Inghilterra, Australia e Stati Uniti ospiteranno le prossime cinque rassegne iridate tra uomini e donne
World Rugby ha ufficializzato l’assegnazione delle prossime Rugby World Cup al maschile e al femminile fino all’edizione 2033. Mancava solo questo ultimo passaggio, con i paesi ospitanti che erano stati in qualche modo svelati nelle settimane precedenti, ma è sicuramente una notizia d’impatto. Sono state assegnate quindi tre edizioni del Mondiale femminile e due di quello maschile, con un paio di Nazioni che avranno “doppia” esposizione.
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Per quanto riguarda la Rugby World Cup femminile (che nel prossimo autunno in Nuova Zelanda disputerà il torneo inizialmente previsto nel 2020) sarà l’Inghilterra a ospitarla nel 2025, mentre Australia e Stati Uniti si occuperanno di quelle del 2029 e 2033. La William Webb Ellis Cup invece, dopo Francia 2023, sarà messa in palio in Australia nel 2027 e negli Stati Uniti nel 2031.
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Queste assegnazioni multiple vengono definite da World Rugby come un passo avanti importante per lanciare un “decennio d’oro” per lo sport ovale, che si confronterà anche su terreni inesplorati. Non è questo certamente il caso di Inghilterra o Australia, con la prima che punta a far vivere un’edizione da record per il Mondiale femminile, mentre la seconda tra Giochi del Commonwealth e Olimpiadi 2032 sarà un punto focale dello sport mondiale, ma certamente ci si riferisce agli Stati Uniti. Per la prima volta la Coppa del Mondo di rugby sarà disputata nel continente americano, l’ultimo che mancava, con il chiaro intento di lanciare ulteriormente lo sviluppo del rugby negli Stati Uniti puntando anche alla crescita del rugby femminile.
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Così Bill Beaumont, presidente World Rugby: “Oggi abbiamo fornito a tre nazioni (Inghilterra, Australia, Stati Uniti) certezze assolute e senza precedenti con queste assegnazioni a lungo termine. Puntiamo a uno sviluppo sostenibile del nostro sport, così da portare benefici significativi ai paesi che ospiteranno i tornei. Così cercheremo di offrire un rugby davvero globale per tutti”.
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