La seconda linea inglese ha spiegato il suo punto di vista, riaprendo una polemica esplosa nel 2020
Ne aveva già parlato nel 2020, quando per la prima volta scoppiò la polemica su uno degli inni storici della tifoseria inglese, ma adesso Maro Itoje è stato ancora più perentorio: “Non canterò mai più Swing Low Sweet Chariot” ha dichiarato la seconda linea dei Saracens e dell’Inghilterra a L’Equipe.
Il canto, che spesso risuona sugli spalti di Twickenham, è stato al centro di più di una controversia. “Non sono nessuno per dire alla gente cosa dovrebbe o non dovrebbe fare, ma personalmente non lo canterò più” ha detto il giocatore, che poi ha precisato: “Non fraintendetemi, credo che nessuno a Twickenham la canti con cattive intenzioni, ma il contesto di questa canzone è abbastanza complicato. Prima la cantavo anche io, ero ingenuo e non conoscevo le sue origini, ma adesso che conosco il contesto in cui è nata non la ripeterò”
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Il ritornello della canzone, infatti, parla di uno schiavo americano che spera di trovare conforto nell’aldilà, così come il profeta Elia avrebbe raggiunto il Paradiso su un carro.
Nel 2020, dopo numerose polemiche, si arrivò quasi al punto di escludere la canzone dalle partite dell’Inghilterra, ma alla fine la RFU decise di non vietare ai tifosi di cantarla durante gli incontri, e contemporaneamente disse che avrebbe cercato di rendere tutti i supporters ben informati sulle origini così controverse di questo brano.
Per ripercorrere la vicenda, ecco il racconto di cosa accadde due anni fa:
- Lo scoppio della polemica
- Le parole del CEO della Federazione inglese
- La decisione finale della Federazione
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