Dopo tante discussioni la NZRU ha trovato il via libera con la società statunitense: una pioggia di dollari sul rugby del paese oceanico
Quella di giovedì 2 giugno potrebbe essere una giornata storica per gli All Blacks e tutto il rugby neozelandese: dopo oltre un anno di trattativa (si iniziò a parlarne nel marzo 2021), tante polemiche e dubbi, è stato firmato l’accordo da 200 milioni di dollari neozelandesi (oltre 120 milioni di euro) tra New Zealand Rugby e la società di private equity statunitense Silver Lake. Il via libera è arrivato in una votazione dei delegati della NZRU e, in cambio del denaro, verrà concessa a Silver Lake una cifra che va tra il 5 e l’8% delle entrate commerciali di tutto il rugby neozelandese.
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Stewart Mitchell, presidente federale, lo ha definito un “momento di importanza capitale per la storia del nostro sport” e annuncia subito come la volontà sia quella di migliorare i contratti dei giocatori, stimolare lo sviluppo del gioco e cancellare tutti i danni fatti a livello economico dalla pandemia.
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L’associazione giocatori era contraria all’accordo e ha provato a spingere per un rifiuto ma non è stata ascoltata. Intanto, viene rivelato come al momento della firma sono contestualmente “partiti” 37 milioni di dollari neozelandesi (1 dollaro=60 centesimi di euro): 1 milione a ogni union, 500.000 per i club di livello inferiore, 2 milioni per il rugby maori, 7.5 milioni per i club locali e 5 milioni per l’associazione giocatori.
Da vedere ora se questo accordo porterà ad altre situazioni del genere con federazioni diverse.
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