Il coach dei veneti ne ha parlato sulle colonne de ‘La Tribuna’
In casa Benetton, dopo il saluto a Coetzee e Morisi, prosegue alacremente la costruzione della rosa (nella quale potrebbe anche esserci un possibile – benché non certo – ritorno di Marco Zanon) in vista di un 2022/2023, in cui i veneti giocheranno sia nello United Rugby Championship che nella Challenge Cup, di cui ieri hanno scoperto “nuovo” format, sempre poi con gli impegni dell’Italia che coinvolgeranno verosimilmente un nutrito gruppo di atleti biancoverdi.
Per disputare una stagione competitiva per tutto l’arco dell’annata – anche alla luce dell’esperienza del 21/22 – servirà allestire una rosa estremamente lunga, per garantire più opzioni di qualità in ogni ruolo.
Costruzione che passerà da nuovi arrivi di qualità (tra i quali ci saranno con ogni probabilità anche Manfredi Albanese e Alessandro Izekor, tra i più brillanti con la Emergenti) e dall’innesto di un numero significativo di giovani permit player, sempre sotto il controllo leonino, ma con la possibilità anche di giocare altrove nei periodi con meno opportunità a Monigo.
Per arrivare a una rosa di quasi 60 giocatori: “«Purtroppo siamo obbligati ad andare in questa direzione, dico purtroppo perchè è ovvio che i costi aumenteranno, ma non abbiamo alternative. Avremo bisogno di tante opzioni in tutti i ruoli, la nazionale pescherà a piene mani. Ed è un segnale positivo, intendiamoci, vuol dire che i ragazzi lavorano bene”, ha spiegato l’head coach Marco Bortolami a ‘La Tribuna di Treviso’.
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