Il tecnico dei Wallabies ha detto la sua sulla questione che sta investendo le franchigie australiane
Le dichiarazioni del presidente di Rugby Australia, Hamish McLennan, avevano fatto presagire la reale possibilità di un abbandono del Super Rugby Pacific da parte delle franchigie australiane nel 2024. La questione, come riportato dal Sydney Morning, è principalmente economica: lo squilibrio rispetto alle franchigie neozelandesi potrebbe danneggiare la Federazione in vista del Mondiale 2027, che sarà appunto organizzato in Australia.
Il c.t. della nazionale australiana Dave Rennie, però, è andato controcorrente. Per lui, le franchigie australiane devono rimanere nel Super Rugby: “Penso sia ottimo per entrambi i Paesi (Australia e Nuova Zelanda, ndr) giocare tra di loro. Quest’anno la competizione è stata eccellente, ed entrambe le parti sono state più competitive”
“Penso sia buono per entrambi e per noi – insiste Rennie -. Spero che questa cosa possa continuare. Nel Super Rugby ci sono alcuni dei migliori giocatori del mondo: è così che si migliora, giocando contro questi atleti. È importante”.
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Il tecnico, comunque, ha detto ad AAP di comprendere le ragioni del presidente McLennan: “Capisco che Hamish sia un pensatore innovativo. Da un punto di vista commerciale, Rugby Australia vuole una fetta più grossa della torta, e comprendo il suo pensiero. Ma penso anche che giocare questi tornei Trans-Tasman sia buono per noi, dobbiamo solo assicurarci che sia vantaggioso anche dal punto di vista finanziario”.
Terminato il Super Rugby Pacific, vinto dai Crusaders in una finale tutta neozelandese contro i Blues, l’Australia sarà impegnata in una serie di test-match contro l’Inghilterra. Un triplo test importante per capire a che punto sono i Wallabies a un anno dal Mondiale di Francia, contro una formazione che sta attraversando un periodo non facile e con un tecnico – Eddie Jones – al centro delle polemiche.
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