Aumenta la finestra temporale di rientro in campo dopo averne subita una. Creato anche uno “storico” per i giocatori
World Rugby ha comunicato che dal prossimo 1° luglio le regole in merito alle concussion verranno modificate. L’organo di controllo planetario della palla ovale ha infatti reso noto che i giocatori vittime di concussion dovranno, prima di rientrare in campo, osservare un protocollo minimo di 12 giorni.
Ciò significa che i rugbisti che subiscono tali impatti non potranno rientrare nella partita successiva della loro squadra, se questa è posta a una distanza di meno di 12 giorni dalla precedente, mentre in precedenza la distanza temporale individuata era di 7 giorni.
La specifica sulla modifica della regola arriva dalla Commissione Indipendente di World Rugby che si è focalizzata proprio sulle commozioni celebrali: “L’approccio evoluto di questa modifica – ha fatto sapere World Rugby – vedrà i giocatori, con una serie di concussion subite durante la loro carriera o che vengono tolti dal campo per sintomi istantanei evidenti, rimanere fuori dal campo per un minimo di 12 giorni non facendo parte della propria squadra per la partita successiva”.
“Nessun giocatore, inoltre, tornerà a disposizione dal settimo giorno successivo alla concussion: il ritorno di qualsiasi rugbista nel gruppo-squadra dovrà essere approvato da un consulente terzo e indipendente addetto alla visita sulle concussion”.
Giocatori con un precedente di concussion
Quali sono i giocatori identificati con “una serie di concussion subite durante la loro carriera”? Quelli che hanno ricevuto una diagnosi di concussion nei precedenti tre mesi all’eventuale momento di un altro episodio simile o quelli vittime di tre concussion nell’ultimo anno di attività.
Altri giocatori con il vissuto di concussion sono quelli che hanno subito 5 concussion in carriera o giocatori che anche avendo subito una sola concussion ci hanno messo più di 21 giorni per riprendersi dal trauma cranico occorso.
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Eanna Falvey, capo della Commissione Medica di World Rugby ha aggiunto: “Svilupperemo una nuova mentalità che riguarderà anche giocatori e allenatori. Ogni giocatore che subirà una concussion è altamente probabile che non sarà a disposizione nella partita successiva.
Crediamo che le prove scientifiche supportino le modifiche nei nostri protocolli: qualcosa che monitoriamo e testiamo continuamente per assicurarci che tutto sia in linea coi parametri del gioco moderno.
Sappiamo che anche tutto quello che ruota intorno all’argomento concussion è cambiato: questo ci consente di personalizzare anche i modi e i tempi di riabilitazione per i giocatori e le giocatrici professioniste”.
“Il protocollo ora ci consente di tenere più alta la soglia di attenzione evitando di sottostimare quei sintomi che alla lunga sono diventati dei problemi di difficile risoluzione”.
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