Il tecnico azzurro e il capitano hanno chiarito alcuni aspetti della difficile partita di Lisbona, vinta 38-31 contro il Portogallo
Una partita molto più difficile di quanto si potesse immaginare alla vigilia, risolta dagli azzurri soltanto nel finale. “Nel primo tempo ci siamo messi sotto pressione da soli” ha esordito il c.t. azzurro Kieran Crowley: “Anche se dobbiamo dare grande credito al Portogallo per quello che ha fatto vedere, abbiamo concesso due soft tries nel secondo tempo, creandoci altre difficoltà, anche se alla fine siamo riusciti a portare a casa la partita”.
“Cosa è successo nei primi 20 minuti? In passato ho allenato il Canada, una tier 2, e so cosa significa per una squadra di questo livello giocare con una tier 1 – ha continuato il tecnico -, vuole far vedere quanto è brava e quanto è in grado di competere. Oggi il Portogallo è partito molto forte, ha preso il momentum, ha sfruttato molto bene il vento e il loro mediano di mischia che è stato straordinario. Abbiamo fatto anche molta fatica a difendere il punto d’incontro: non deve più accadere, né con la Romania né con la Georgia”.
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Il capitano Michele Lamaro ha poi chiarito quanto accaduto nel finale di partita, quando Manfredi Albanese ha calciato fuori a tempo scaduto secondo il tabellone, mentre in realtà sull’orologio dell’arbitra mancavano ancora 10 secondi: “Quando vedi il cronometro rosso non pensi mai che a questo livello possa essere un errore. Purtroppo l’arbitro aveva un tempo diverso sull’orologio. Non è colpa di nessuno, non mi sento di commentare oltre: è semplicemente quello che è successo”.
Infine, Lamaro ha parlato di uno dei momenti chiave della partita, quando l’Italia non ha piazzato un calcio facile in mezzo ai pali e ha scelto la mischia, perdendo poi il pallone: “Era capitato anche contro l’Uruguay, dove abbiamo preso la stessa decisione e abbiamo perso palla. Lì per lì ho guardato il tallonatore e i piloni e mi sembravano molto sicuri: la sensazione è che fossimo dominanti, dobbiamo rivedere cosa è successo. Mi prendo la responsabilità della decisione, magari pensandoci adesso i pali sarebbero stati la scelta più giusta”.
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