URC: nuovo nome e nuovo logo per i Dragons

Cambia il simbolo della franchigia gallese, che cerca un maggior legame con le proprie origini

Dragons

Il nuovo logo dei Dragons – ph. URC

I Dragons cambiano il loro logo e modificano il loro nome.

Tempo di rebranding al Rodney Parade di Newport, sede centrale della franchigia gallese che rappresenta la regione del Gwent.

Anticipate da alcuni scatti fotografici rubati nel corso dei giorni scorsi, le novità riguardano soprattutto il simbolo della squadra, che non sarà più la coda del drago rossa stilizzata in campo nero, bensì tre gigli gialli sul medesimo campo nero, divisi da una croce bianca e incastonati in uno scudo giallo.

La scelta della simbologia è ricaduta sui gigli poiché simbolo araldico assai comune nella regione. La coda del drago continuerà ad essere presente sui colletti delle future divise dei Dragons, il cui nome cambia da Dragons Rugby a Dragons RFC, a voler trasmettere l’appartenenza e le radici della squadra di Newport come club, prima ancora che come franchigia.

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Da ora in avanti, recita il comunicato della squadra, i Dragons utilizzeranno come colori principali il nero e l’ocra, a rappresentare la città di Newport, assieme al blu tipici del Monmouthshire e del Gwent, una tonalità simile all’azzurro delle divise dell’Italia.

Amministrativamente oggi Newport fa parte di una contea a sé stante, ma il club intende continuare a rappresentare le sue aree di afferenza storiche, come appunto la contea del Monmouthshire, al margine sudorientale del paese, e il Gwent, una contea che si sovrappone parzialmente con la precedente ma che fa parte delle cosiddette preserved counties gallesi, contee che esistono per sole funzioni celebrative o di memoria storica.

“Siamo entusiasti di accogliere una nuova era al nostro club e questo cambiamento arriva sulla scia di un robusto, probante e onesto dibattito interno negli scorsi 12 mesi. Questa è una nuova direzione: non stiamo perdendo la nostra identità, stiamo evolvendo e crescendo” ha detto il presidente dei Dragons David Buttress.

“Siamo orgogliosi di essere di base al Rodney Parade e a Newport, e i colori nero e ocra rappresentano tutto ciò, mentre la nostra connessione con il Gwent e con la filiera formativa dei giocatori si riflette nel design del nuovo logo.”

“Sappiamo quanto i nostri tifosi siano orgogliosi di supportare i Dragons e non vediamo l’ora di lavorare insieme, sotto questa nuova e unificata identità, a un futuro luminoso e di successo.”

I Dragons sono la franchigia gallese storicamente di minor successo. Dopo il terzo e quarto posto nell’allora Celtic League del 2004 e del 2005, la squadra non è mai più riuscita ad ergersi oltre il settimo posto e non ha più disputato i playoff. Dal 2005 non ha mai vinto almeno il 50% delle partite in stagione. Nel 2017 è stata interamente acquisita dalla federazione gallese, che ha investito nel riportare in Galles giocatori internazionale militanti all’estero come porto d’arrivo di tanti giocatori inglesi di nascita ma eleggibili per la nazionale grazie a genitori o nonni gallesi, come ad esempio Ross Moriarty, Nick Tompkins e Will Rowlands.

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Nonostante questo i risultati non sono migliorati. Per la prossima stagione l’attuale head coach Dean Ryan ha mantenuto solo il ruolo di director of rugby, affidando a Dai Flanagan, 36enne allenatore dei trequarti agli Scarlets, la gestione della prima squadra.

Arriveranno inoltre dal mercato Bradley Roberts, 2 caps con la nazionale e fino ad oggi all’Ulster, l’irlandese JJ Hanrahan, i due piloni del Galles Rhodri Jones e Rob Evans, il centro del Bath Max Clark (eleggibile grazie alla madre), il flanker dei London Irish George Nott (nato in Galles, ha rappresentato l’Inghilterra under 20), l’utility back Angus O’Brien e il mediano di mischia Lewis Jones.

L’acquisto più importante è però quello di Patelesio Tomkinson, forte centro degli Highlanders classe 1996 ed ex All Blacks under 20.

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