Match senza troppi misteri a Batumi: la partita si fa nello scontro fisico, gli Azzurri hanno i mezzi per portarla a casa e ottenere un primo risultato nel loro percorso
In riva al Mar Nero si gioca il terzo test match di sempre fra Georgia e Italia. Lo scenario è l’Adjarabet Arena di Batumi, uno stadio moderno e tirato a lucido per l’evento, come ha indugiato nel mostrare la federazione georgiana lanciando il match sui social networks.
Nei precedenti due vittorie per l’Italia, ultima delle quali quella di Firenze del 2018, che da una parte rassicurò gli Azzurri sulla propria qualità, ma dall’altra lasciò alla Georgia la sensazione di essere davvero vicini a battere una tier 1.
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Le squadre di prima fascia, com’è considerata l’Italia a dispetto del suo dodicesimo posto nel ranking mondiale appena conquistato, non si vedono spesso a queste latitudini: la Nazionale è solo la seconda squadra a giocare un test in Georgia, dopo la Scozia qualche anno fa.
Si va a giocare nella tana del lupo, in casa della squadra che da tanti anni spinge per essere inserita nel giro del rugby che conta, salire un gradino e poter accedere al Sei Nazioni, magari spodestando proprio l’Italia dalle infinite sconfitte.
Una squadra azzurra che però, complice il livello degli avversari affrontati, ha recentemente infilato un filotto di risultati positivi (3) che i suoi tifosi non riuscivano a godersi da un bel po’.
Con questo rinnovato entusiasmo l’Italia si prepara all’incontro delle 18:00.
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I pericoli sono chiari: la Georgia è una squadra con punti di forza e di debolezza molto definiti, che si conosce bene e sa salire di colpi quando il palcoscenico lo richiede. Una squadra più esperta e più abituata a vincere rispetto alla giovane Italia di Michele Lamaro, che potrà essere messa sotto pressione in mischia chiusa e nel punto d’incontro, dove i Lelos proveranno a far sentire la fisicità che li contraddistingue, cercando di costringere gli Azzurri a sanguinare calci di punizione.
Solo che l’Italia in quanto a fisicità ha dimostrato di saperci essere. Nelle gare del Sei Nazioni e la settimana scorsa a Bucarest quello che non è mancato sono stati gli impatti duri, la capacità di mettere in difficoltà gli avversari nella contesa del pallone a terra e una difesa sempre migliore del drive avversario.
In chiave offensiva proprio il drive può essere l’arma alla quale ancorarsi, visto che la Georgia ha più volte dimostrato di soffrire il dover difendere da maul.
In definitiva, l’Italia ha i mezzi e le qualità per poter vincere la gara di Batumi. Molto dipenderà dalla capacità di stare dentro la partita per tutti gli 80 minuti con lucidità e ferocia, rispondendo in maniera positiva alla pressione che inevitabilmente arriverà.
Al di là del discorso relativo al Sei Nazioni, per l’Italia battere la Georgia significa completare un filotto di vittorie che permette di raggiungere un primo traguardo nel percorso iniziato con Kieran Crowley un anno fa. Sul muro dello spogliatoio dello stadio Olimpico è scritto l’obiettivo di questa nazionale: ottenere rispetto e credibilità. A Batumi possiamo andare a prenderceli.
Georgia: 15 Davit Niniashvili, 14 Akaki Tabutsadze, 13 Giorgi Kveseladze, 12 Merab Sharikadze (C), 11 Aleksander Todua, 10 Tedo Abzhandadze, 9 Vasil Lobzhanidze, 8 Beka Gorgadze, 7 Beka Saginadze, 6 Otar Giorgadze, 5 Lasha Jaiani, 4 Nodar Cheishvili, 3 Beka Gigashvili, 2 Shalva Mamukashvili, 1 Guram Gogichashvili.
A disposizione: 16 Giorgi Chkoidze, 17 Nika Abuladze, 18 Luka Japaridze, 19 Vladimer Chachanidze, 20 Sandro Mamamtavrishvili, 21 Gela Aprasidze, 22 Lasha Khmaladze, 23 Demuri Tapladze
Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Tommaso Menoncello, 13 Nacho Brex, 12 Marco Zanon, 11 Edoardo Padovani, 10 Tommaso Allan, 9 Alessandro Garbisi, 8 Toa Halafihi, 7 Michele Lamaro (C), 6 Federico Ruzza, 5 Marco Fuser, 4 Niccolò Cannone, 3 Simone Ferrari, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti.
A disposizione: 16 Giacomo Nicotera, 17 Ivan Nemer, 18 Ion Neculai, 19 David Sisi, 20 Giovanni Pettinelli, 21 Renato Giammarioli, 22 Alessandro Fusco, 23 Paolo Garbisi
Lorenzo Calamai
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