Jamie Roberts annuncia il ritiro e fa commuovere tutti

Il centro del Galles e dei British and Irish Lions lascia il rugby giocato dopo una straordinaria carriera

Jamie Roberts annuncia il ritiro - Ph. S. Pessina

Jamie Roberts annuncia il ritiro – Ph. S. Pessina

Con un lungo e sentito messaggio Jamie Roberts ha comunicato il proprio addio al rugby giocato. Il 35enne centro ha collezionato nella sua lunga carriera internazionale 94 presenze con la maglia del Galles (conquistando tre volte il Sei Nazioni) e 3 con i Lions venendo nominato Man of the Series in Sudafrica nel 2009.

Cardiff, Racing Metro, Harlequins, Bath, Stormers, Dragons e infine l’ultima esperienza con i Waratahs nel Super Rugby sono i club in cui ha militato in 16 anni di rugby professionistico.

Ai successi in campo si sono affiancati anche grandi traguardi fuori dal rettangolo verde con una laurea in medicina presso l’Università di Cardiff e un MPhil presso l’Università di Cambridge.

Terminata l’ultima esperienza down under, Jamie Roberts annunciato il suo ritiro con una commovente dichiarazione in cui rende omaggio a coloro che lo hanno aiutato lungo il suo percorso, parlando anche di ciò che il gioco gli ha dato negli anni, cosa ha significato indossare la maglia il Galles e cosa gli mancherà.

Questo il testo del messaggio di Roberts:

“Sembra il momento giusto. Avendo raggiunto la fine della mia carriera da giocatore professionista, mi ritiro con un immenso senso di gratitudine per ciò che lo sport mi ha dato.

Avendo dato tutto nel corpo e nella mente, il gioco del rugby mi ha dato in cambio più di quanto avrei mai potuto sognare. Il nostro meraviglioso sport ha influenzato la mia vita ben oltre le linee bianche del campo da gioco; mi rendo conto che i suoi valori hanno formato il mio atteggiamento e il mio approccio alla vita e di certo hanno plasmato chi sono oggi.

È difficile capire da dove cominciare quando si tratta di ringraziare coloro che hanno influenzato e aiutato la mia carriera. Ce ne sono troppi da menzionare, ma col tempo spero di avere l’opportunità di condividere un bicchiere e ringraziarvi tutti individualmente.

Ai miei genitori Jackie e Norman; portarmi da bambino di sei anni al primo allenamento di rugby ha acceso in me un fuoco che alla fine mi ha ispirato a raggiungere risultati in questo sport. Il vostro supporto è stato incrollabile e per questo vi sarò per sempre grato. Durante la mia giovinezza, i miei insegnanti di scuola e gli allenatori sono stati una grande fonte di ispirazione. Grazie per essere stati i miei mentori e per il vostro impegno nel coltivare il mio talento.

Molto duro lavoro viene svolto al di là dei giocatori in campo; dagli allenatori ai kitmen, dagli arbitri ai guardalinee, dall’S&C allo staff medico, dagli chef agli analisti, dal personale della sala riunioni al personale di base. Ce ne sono innumerevoli altri. Così tante persone e personaggi meravigliosi in tutti gli ambienti in cui ho avuto la fortuna di essere coinvolto. Ringrazio tutti voi.

Ai media, grazie per gli elogi e per le critiche. Come sportivo professionista, l’attenzione che accompagna la vita sotto gli occhi del pubblico può a volte portare una pressione significativa. Ringrazio tutti voi per essere stati rispettosi nei momenti belli e in quelli difficili.

Alle persone più importanti del nostro sport, i tifosi. Non posso ringraziarvi abbastanza per l’amore e la gentilezza nel corso degli anni. Dalle birre al bar dopo una partita, un selfie per strada o una conversazione al supermercato, il rapporto con i tifosi è quello che ho amato per tutta la mia carriera e spero che continui ben oltre i miei giorni da giocatore.

Apprezzo molto l’opportunità che lo sport mi ha dato di viaggiare per il mondo ed espandere i miei orizzonti oltre il Galles, sia attraverso le tournée che nei club (dove ho giocato, ndr). Fare quei passi per mettermi alla prova al di fuori della mia zona di comfort mi ha fornito le pressioni che desideravo.

Quelle pressioni a sfidare me stesso oltre il gioco hanno permeato anche le aule e i reparti ospedalieri. Un sincero ringraziamento allo staff dell’Università di Cardiff, dell’UWIC, della Loughborough University e infine dell’Università di Cambridge, dove il raggiungimento di un Blue è stato uno dei miei momenti di maggior orgoglio. Grazie per il vostro supporto e comprensione mentre perseguivo il successo dentro e fuori dal campo.

Sono estremamente grato che la mia carriera nei club abbia attraversato cinque paesi e mi abbia permesso di far parte di diverse famiglie, oltre a godermi uno stile di vita meraviglioso in alcune delle migliori città del mondo al di fuori del Galles; vale a dire Parigi, Londra, Bath, Cape Town e Sydney. Le esperienze di gioco in ogni club sono state uniche a modo loro e sono lieto che ogni ambiente abbia offerto l’opportunità di imparare, migliorare e sfidare me stesso; dalla mia prima partita con il Cardiff fino all’ultima con i Waratah 16 anni dopo.

Rappresentare il mio Paese è sempre stato un sogno d’infanzia. Sono fortunato che sia diventato realtà. Significava il mondo per me e lo sarà per sempre. Inoltre non dimenticherò mai l’immenso orgoglio di capitanare la nazionale del mio paese. Cantare l’inno ha avuto lo stesso impatto sia in casa a Cardiff, in alcuni degli stadi più iconici del rugby mondiale, sia durante i due Mondiali. Ricorderò con affetto di aver raggiunto l’apice del rugby e di aver fatto due tournée con i British & Irish Lions.

Le gioie e la disperazione che ho vissuto in entrambi i tour sono state a dir poco le esperienze di una vita. L’esperienza con i Barbarians, culminata con la vittoria contro gli All Blacks, è anche tra le mie settimane preferite della carriera.

Le mie esperienze nel gioco mi hanno davvero portato a livelli incommensurabili, così come a momenti di disperazione, suscitando ogni emozione possibile lungo il tragitto. Soprattutto, il gioco ha fornito un senso di appartenenza, amicizia e sana competizione. Non c’è dubbio che rimarrò uno sportivo anche dopo il mio ritiro.

Mi mancheranno gli spogliatoi, il brusio della giornata e gli acciacchi. Immagino che soprattutto mi mancheranno i ragazzi. Ho avuto il privilegio di giocare al fianco e contro molti dei grandi dei giorni nostri; non solo grandi giocatori, ma grandi uomini. Apprezzerò per sempre il fatto di potermi confrontare con alcuni ragazzi brillanti da cui ho imparato molto. Per tutti coloro con cui ho avuto la fortuna di condividere il campo, è stato un piacere. Per un breve periodo, abbiamo fatto il miglior lavoro del mondo. Indimenticabile.

Chiudo la carriera con ricordi incredibili e il cuore pieno di gioia. Sono orgoglioso di finire sapendo che ho trovato la mio ruolo a numero 12. La battaglia sulla linea del vantaggio mi ha caratterizzato dentro e fuori dal campo. E’ il momento di trascorrere del tempo di qualità con Nicole e i nostri due meravigliosi figli Tom ed Elodie.

Firmato da fuori (sulla) la linea del vantaggio JR (Doc).”

Leggi anche: Jamie Roberts: “Nella mia vita ovale ho un grande rimpianto. Il mio idolo? Un calciatore”

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