Dalle ascelle ai fianchi. L’obiettivo è coinvolgere tutti: iniziando dalle categorie giovanili per arrivare (forse) ai professionisti
Concussion e altezza dei placcaggi: due temi di grande discussione in questo momento nel rugby a tutti i livelli.
Molte sono le idee sui vari tavoli di confronto: l’ultima arriva dalla RFU, che testerà gli effetti dell’abbassamento dell’altezza dei placcaggi grazie a paradenti smart che misurano la frequenza e la forza del contatto con la testa di un giocatore e la velocità generata.
La Federazione Inglese testerà gli effetti dell’abbassamento dell’altezza dei placcaggi grazie a paradenti smart
Martyn Ziegler, Chief Sports Reporter della Federazione, prevede di avviare un processo la prossima stagione in cui l’altezza legale di un placcaggio sarà ridotta all’altezza della vita, con “paradenti intelligenti” utilizzati per analizzare i risultati in relazione agli impatti nella zona della testa.
Il processo, posticipato di 12 mesi a causa della pandemia, si svolgerà nei festival di rugby in Inghilterra e vedrà impegnati i giocatori delle categorie under 16 e under 18.
Alcuni dei giocatori indosseranno gli speciali paradenti appunto, che trasmetteranno dati dettagliati su ogni collisione, e i risultati saranno analizzati dai ricercatori dell’Università di Bath.
L’esperimento fa parte della risposta della RFU alle preoccupazioni sugli impatti alla testa e sui problemi relativi ai giocatori professionisti, come scritto anche da noi di Onrugby in un articolo pubblicato oggi che possono causare la sindrome da demenza precoce, come ad esempio rivelato di recente dall’ex capitano del Galles Ryan Jones.
La RFU, inoltre, è anche preoccupata che i genitori possano scegliere per i loro figli altri sport allontanandosi da una disciplina come quella del rugby ritenuta pericolosa.
In caso di successo dell’iniziativa, i test potrebbero portare a modifiche permanenti del gioco a livello junior e potrebbero influenzare le regole anche a livello senior. Dalla scorsa stagione infatti, tutto il rugby junior, fino all’under 18, ha avuto l’altezza dei placcaggi ridotta dalle spalle alle ascelle.
Una regola che era stata sperimentata con successo nella fascia d’eta dall’under 9 all’under 14 e che, pensando ad altri due paesi come Francia e Fiji, ha visto ridursi gli impatti alla testa addirittura del 60%, con una riduzione complessiva degli infortuni generali del 33%.
Ma non è finita qui, perché i “paradenti intelligenti” verranno messi a disposizione anche dei giocatori e delle giocatrici della Premiership per la stagione 2022-2023, in modo che tutti possano sentirsi parte del progetto aiutando la raccolta dei dati al massimo.
“Abbiamo bisogno di raccogliere dati in larga scala – ha affermato la RFU – per capire cosa succede alla zona del cervello quando avvengono gli impatti sia in allenamento sia in partita. E da lì partire per cercare delle misure che aiutino tutti, in particolare i giocatori”.
Ross Tucker, medico sudafricano che conduce ricerche per World Rugby, ha aggiunto: “La direzione che si vorrebbe assumere a livello generale è che tutti i giocatori indossino questo tipo di paradenti e una volta raccolti dati generali e dati personali capire il tipo di riposo da applicare dopo aver subito una concussion”.
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