Il pilone non è stato squalificato e sarà a disposizione sin dall’inizio del 2022-2023
All Blacks-Irlanda: terzo test, sabato 16 luglio 2022. Tuttineri e Verdi si sfidano per vincere la partita e la partita e la serie.
Al 50′ Andrew Porter, pilone irlandese, placca alto Retallick – che si frattura lo zigomo – e viene ammonito dal direttore di gara Wayne Barnes, che procede con il provvedimento dopo una revisione con tutta la sua squadra arbitrale.
Si va avanti, il match finisce, l’Irlanda si impone in trasferta 22-32, eppure l’eco di quell’intervento e di quel provvedimento non si spegne, anche perché nel Test Match numero 2 della serie un intervento simile di Angus Ta’avao ai danni di Ringrose era stato punito con il rosso.
Ieri infatti, lunedì 18 luglio, il Citing Commisioner del match, l’australiano James Sherriff cita il prima linea per il suo intervento di fatto quasi “sconfessando” l’operato di Barnes.
Il giudizio viene fissato per oggi, martedì 19 luglio, davanti alla Commissione Indipendente Giudicante. In Irlanda pensano che Porter verrà squalificato e che la prima parte della stagione 2022-2023 sia compromessa, tuttavia questo non succede: la citazione viene dismessa, cancellata.
Wayne Barnes ha preso la decisione giusta: la citazione su Andrew Porter è stata cancellata
“Il Comitato Indipendente della Commissione Giudicante – si legge nel comunicato di World Rugby – presieduto da Adam Casselden (Australia), affiancato dall’ex giocatore della nazionale sudafricana Stefan Terblanche e dall’ex tecnico della nazionale scozzese Frank Hadden, ha ascoltato il caso e considerato tutte le prove disponibili, inclusi molteplici angoli di trasmissione televisiva e le osservazioni dal giocatore e dal suo rappresentante legale, Aaron Lloyd”.
“Il giocatore – prosegue – ha ammesso di aver commesso un atto di antigioco, ma ha affermato che la soglia del cartellino rosso non era stata raggiunta e che il cartellino giallo emesso in quel momento dagli ufficiali di gara era corretto nelle circostanze”.
“Dopo aver considerato tutte le prove, il Comitato Indipendente applicando le normative di World Rugby ha concordato con la decisione presa sul campo dagli ufficiali di gara: l’atto di antigioco del giocatore, per violazione della legge 9.13, non ha soddisfatto la soglia del cartellino rosso, a causa del natura assorbente del placcaggio (fattore mitigante, ndr). Su tale base, il Comitato Indipendente ha ritenuto che l’atto di antigioco non meritasse ulteriori sanzioni. La citazione è stata dismessa”.
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