L’ex CT ha difeso Foster per gli ultimi ko e ha puntato il dito contro la NZRU, tirando in ballo anche i risultati mediocri dell’Under 20
Gli ultimi risultati degli All Blacks hanno creato polemiche e generato accuse verso i presunti responsabili delle inattese sconfitte contro l’Irlanda. Al centro dell’attenzione, come di consueto, ci sono soprattutto le figure apicali dal punto di vista tecnico e nella Federazione: Ian Foster e il capitano Sam Cane da un lato e il CEO della New Zealand Rugby Union (NZRU) Mark Robinson dall’altro, ognuno con il proprio fardello sul banco mediatico degli imputati per rispondere di quello che sta accadendo agli All Blacks.
Con una doppia sfida alle porte contro il Sudafrica, il 6 e il 13 agosto, la situazione inoltre potrebbe solo peggiorare considerando gli attuali rapporti di forza. E in questo momento così delicato, due interviste a due personaggi del recente passato neozelandese hanno ulteriormente infiammato il dibattito.
Steve Hansen contro la Federazione
Steve Hansen e Ian Foster hanno condiviso la panchina degli All Blacks per sette anni nelle posizioni di capo allenatore e assistente. Era difficile forse attendersi una critica diretta a colui che in passato ha definito “lo yin al mio yang”, ma quello che si poteva attendere meno era l’attacco frontale dell’ex CT al suo ex datore di lavoro, ovvero la Federazione.
“La relazione tra il board della Federazione e i giocatori al momento non è mai stata peggiore di così – ha detto Hansen a un programma radiofonico di Today FM – Il problema non è solo dentro la squadra, ma credo che ce ne siano altri più grandi”. E secondo Hansen sarebbero da ricondurre ai contrasti che si erano creati tra Federazione e giocatori nella fase di negoziazione dell’accordo commerciale con la società statunitense Silver Lake.
Per Hansen, in ogni caso, il deterioramento dei rapporti tra i vertici della Federazione e i giocatori non è l’unico argomento degno di nota. Le sue preoccupazioni riguardano infatti anche la filiera dei talenti prodotti in Nuova Zelanda, che secondo Hansen non è più allo stesso livello di qualche anno fa. I risultati della nazionale Under 20 sarebbero lì a confermarlo.
“Quando è stata l’ultima volta che la Federazione neozelandese ha fatto un processo di valutazione a se stessa? Il nostro settore della performance al momento dovrebbe darsi da fare considerando i risultati a livello Under 20”.
“Abbiamo vinto i primi quattro Mondiali Under 20 dal 2008, poi nel 2015 e nel 2017. Da quel momento abbiamo concluso al settimo e al quarto posto, mentre Inghilterra e Francia hanno dominato. Stiamo svolgendo bene il nostro lavoro da questo punto di vista? Non penso”.
L’ex CEO contro il nuovo CEO
Il dito di Steve Hansen, insomma, è puntato contro la Federazione nel suo complesso, mentre sul CEO Mark Robinson l’ex CT mantiene una posizione più morbida essendo fiducioso del fatto che sarà un buon amministratore delegato.
Chi la pensa molto diversamente sul ruolo di Robinson, invece, è l’ex CEO della NZRU tra il 1996 e il 2000, David Moffett, che sempre alla radio Today FM lo ha attaccato in maniera diretta chiedendone senza giri di parole le dimissioni dall’incarico.
“Steve [Hansen] pensa che sarà un buon CEO in futuro, ma non abbiamo bisogno di un CEO che impari a fare questo lavoro. Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia fare il proprio lavoro – ha detto Moffett – Non bisogna nascondersi. Non bisogna accusare solo il board delle decisioni che prendono. Il board detta le strategie e le politiche, ma per il resto del tempo è il CEO a guidare la Federazione”.
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Moffett, in particolare, rimprovera a Robinson la sua partenza per Birmingham per presenziare ai Giochi del Commonwealth. “Non ho mai schivato i media. Mi sono sempre confrontato con loro e non ho mai cercato scuse. Ed è quello che abbiamo bisogno di vedere dal nostro amministratore delegato. Robinson dovrebbe tornare in Nuova Zelanda, confrontarsi con i media e dire cosa sta andando storto, cosa sta facendo per rimediare ed essere più aperto”.
Al momento, la Federazione neozelandese non ha commentato né le dichiarazioni di Steve Hansen né le dichiarazioni di David Moffett.
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