A Mendoza i Pumas si illudono con un bel primo tempo, ma i Wallabies segnano 24 punti negli ultimi 18 minuti. Finisce 26-41
Parte con il piede giusto il Rugby Championship dell’Australia, che a Mendoza batte l’Argentina per 26-41 e centra un successo importante dopo un primo tempo molto combattuto, chiuso in vantaggio dai padroni di casa.
Decisivi gli ultimi 18 minuti dell’incontro, dove i Wallabies hanno preso in mano la gara e aperto un break di 24-0 grazie a un calcio e due trasformazioni di Reece Hodge e a tre mete, firmate da Folau Fainga’a e Len Ikitau (e una meta di penalità).
Fino a quel momento la partita era stata molto combattuta, con l’Argentina che ha offerto sprazzi di bel gioco e segnato due splendide mete. La prima, al 6′, è opera di Pablo Matera su un bel passaggio all’interno di Santiago Carreras, dopo una azione d’attacco partita con un bel lancio del gioco da prima fase e un paio di decisi avanzamenti in verticale.
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Il piede di Emiliano Boffelli porta i suoi fino al 13-3 provvisorio, ma al 18′ Jordan Petaia, servito da un bel passaggio ritardato di Quade Cooper, fa a pezzi la retroguardia argentina per riportare i suoi sotto il break. Boffelli però è ineffabile: altri due suoi piazzati riportano l’Argentina a +9 prima della pausa (19-10).
L’arma in più dell’Australia è il drive da rimessa laterale: è da questa situazione che arriva la marcatura di Fraser McReight, che al 48′ riavvicina i Wallabies.
Arriva però la seconda meta argentina, un grandissimo contrattacco iniziato da Juan Cruz Mallìa e chiuso dalle terze linee Matera e Gonzalez con una galoppata di 80 metri. Lo stadio Malvinas Argentinas romba di applausi e festeggiamenti, ma dal 26-17 del 55′ i padroni di casa non segneranno più.
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Inizia il monologo dell’Australia: al 62′ la maul australiana è fermata solo dall’indisciplina argentina, punita con la meta di penalità e il cartellino giallo; Hodge allunga dalla piazzola due minuti dopo e firma il primo vantaggio ospite con un piazzato da oltre 40 metri; il drive è di nuovo protagonista al 70′, con Fainga’a che esplode dalla base del raggruppamento per arrivare fin oltre la linea; l’Argentina cerca la meta del riscatto finale, ma Mallìa perde l’ovale nel momento di involarsi oltre il muro difensivo, regalando a Hunter Paisami l’opportunità di mandare il compagno Ikitau in meta.
Si replica fra sette giorni, quando all’Argentina servirà unire disciplina e una maggior consistenza nel corso degli 80 minuti per provare a battere un’Australia che si è rivelata una squadra nel complesso migliore.
Argentina: 15 Juan Cruz Mallia, 14 Santiago Cordero, 13 Matias Orlando, 12 Jeronimo De La Fuente, 11 Emiliano Boffelli, 10 Santiago Carreras, 9 Tomas Cubelli, 8 Pablo Matera, 7 Marcos Kremer, 6 Juan Martin Gonzalez, 5 Tomas Lavanini, 4 Matias Alemanno, 3 Francisco Gomez Kodela, 2 Julian Montoya (c), 1 Nahuel Tetaz Chaparro
A disposizione: 16 Agustin Creevy, 17 Mayvo Vivas, 18 Joel Sclavi, 19 Santiago Grondona, 20 Rodrigo Bruni, 21 Lautaro Bazan Velez, 22 Tomas Albornoz, 23 Matias Moroni
Marcatori Argentina
Mete: Matera (6), Gonzalez (55)
Trasformazioni: Boffelli (6, 55)
Calci di punizione: Boffelli (12, 16, 22, 42)
Australia: 15 Tom Wright, 14 Jordan Petaia, 13 Len Ikitau, 12 Hunter Paisami, 11 Marika Koroibete, 10 Quade Cooper, 9 Nic White, 8 Rob Valetini, 7 Fraser McReight, 6 Jed Holloway, 5 Matt Philip, 4 Darcy Swain, 3 Allan Alaalatoa, 2 Folau Fainga’a, 1 James Slipper (c)
A disposizione: 16 Lachlan Lonergan, 17 Matt Gibbon, 18 Taniela Tupou, 19 Nick Frost, 20 Rob Leota, 21 Pete Samu, 22 Jake Gordon, 23 Reece Hodge
Marcatori Australia
Mete: Petaia (18), McReight (48), penalty try (62), Fainga’a (70), Ikitau (80)
Trasformazioni: Cooper (19), Hodge (48, 70, 80)
Calci di punizione: Cooper (10), Hodge (66)
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