Il Sudafrica ha convocato il 19enne dei Bulls, un talento dal sicuro futuro
C’è una notizia che è passata in secondo piano nelle ultime ore, ma che gli appassionati del rugby dovrebbero appuntarsi, perché non sia sorpresa in futuro.
Dopo la notizia della squalifica di Kurt-Lee Arendse, l’ala colpevole dell’intervento pericoloso ai danni di Beauden Barrett nei minuti finali di Sudafrica-Nuova Zelanda, gli Springboks hanno convocato in gruppo il 19enne Canan Moodie, trequarti della franchigia dei Bulls.
Moodie non fa parte dei 23 uomini scelti da Jaques Nienaber per la seconda sfida agli All Blacks, ma la sua selezione non dovrebbe passare inosservata anche se le prossime settimane dovessero comunque vederlo sempre in tribuna.
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Il giocatore dei finalisti dello United Rugby Championship è un classe 2002, una vera e propria rarità per il Sudafrica, nazionale che di solito non concede troppo spazio ai giovanissimi. Nelle sue 14 presenze nello URC 2021/2022, già traguardo notevole per un esordiente nel mondo pro (ha giocato più del coetaneo Menoncello), Moodie ha segnato 4 mete e ha giocato quasi sempre ala, dimostrandosi però capace di giocare anche estremo.
“Canan è uno dei più entusiasmanti prospetti del nostro paese – ha detto Nienaber, che lo ha preferito al compagno di club Aphelele Fassi, già Springbok – Le sue ottime e continue prestazioni in URC gli sono valse un posto nella finale del campionato contro gli Stormers e questo, combinato con la sua esperienza con i Junior Springboks nel 2021 gli danno una buona base di partenza al suo ingresso nell’ambiente degli Springboks.”
“Avrebbe dovuto giocare di nuovo con la U20 quest’anno, ma sfortunatamente non ha partecipato alle attività per un infortunio. Ha una grande etica del lavoro, grandi abilità e siamo entusiasti di vedere cosa possa portare alla squadra.”
Giocatore rapido, elusivo e intelligente, abbina le caratteristiche tecniche a oltre un metro e novanta di altezza. Nelle sue poche prestazioni da estremo ha inoltre dimostrato anche belle capacità di lettura e di distribuzione come secondo playmaker della squadra sudafricana, dimostrando al contempo completezza anche nella fase difensiva.
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Un talento con un potenziale gigantesco, come sottolinea un orgoglioso Jake White, l’allenatore dei Bulls che in carriera qualche giovane di belle speranze se lo è visto passare per le mani: “Ha tutto e, ad essere onesto, sarebbe a dire la verità un centro, questa è l’ironia in tutta la faccenda. Sta giocando ala ed estremo, ma in realtà è un 13.”
“Sono contento, ma non solo io. Tutta la squadra e lo staff dei Bulls è felice per lui. Oggi ci stavamo allenando e abbiamo ricevuto la chiamata per mandarlo agli Springboks, e lui era in lacrime. Una cosa enorme per un giovane come lui.”
“Io penso che ce la farà: è destinato a giocare 100 partite per il Sudafrica.”
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