La numero 9 della Capitolina: “Lavorare con Sara e Sofia è un grande stimolo, spero un giorno di poter essere al loro posto”
Dopo il primo cap conquistato contro il Canada, Francesca Granzotto si proietta verso la Rugby World Cup in Nuova Zelanda, con l’obiettivo di conquistare un posto tra le 32 azzurre che andranno al Mondiale. L’Italia si avvicina al torneo con fiducia, dopo la buona prestazione di luglio con le canadesi, e intanto la giovane mediana di mischia cresce alle spalle di Sara Barattin e Sofia Stefan e si racconta a OnRugby.
“Ero andata in panchina al Sei Nazioni contro il Galles, senza entrare, ma ero stata chiamata all’ultimo momento perché Sofia (Stefan, ndr) si era fatta male, probabilmente non era ancora il mio momento. Nonostante il risultato contro il Canada, e nonostante abbia giocato solo 8 minuti, esordire è stato davvero emozionante. Ricordo tanta emozione e anche tanta ansia (ride, ndr) anche se poi quando entri in campo ti dimentichi di tutto e pensi solo a giocare”
Nonostante la sconfitta, quali segnali vi ha dato la partita contro il Canada?
“Sì, sicuramente giocare contro di loro sapendo che poi dobbiamo riaffrontarle al Mondiale ci ha fatto capire che tipo di squadra avevamo davanti. Ci siamo rese conto che è una partita che possiamo giocarci: potevamo vincere a luglio e possiamo vincere anche al Mondiale”.
Com’è la concorrenza con due giocatrici di altissimo livello come Barattin e Stefan?
“Sicuramente non è facile, ma è un grande stimolo avere davanti persone con così tanta esperienza. A volte è strano perché le ho sempre guardate in tv, le vedevo come dei modelli di riferimento, e poter giocare insieme a loro è bello e stimolante”.
Prima o poi però la speranza è di prendere il loro posto…
“Certo, speriamo che prima o poi accada (ride, ndr) anche se devo ancora lavorare tanto e sono consapevole di avere davanti a me delle ragazze molto esperte”.
L’obiettivo di questo mondiale?
Superare la fase a gironi e qualificarsi ai quarti di finale. Stati Uniti e Canada sono squadre più fisiche rispetto a noi, ma nel test con le canadesi abbiamo dimostrato di potercela giocare, e le americane sono tutto sommato a un livello simile. Col Giappone non ci ho mai giocato e non le conosco bene, ma possiamo farcela. Poi è chiaro che se dovessimo arrivare ai quarti ci sarà la voglia di andare ancora più in là.
Dipenderà molto dal piazzamento nel girone: tra primi, secondi e terzi c’è grande differenza…
Sì, arrivare tra le migliori terze ci permetterebbe di passare il turno ma ci porterebbe ad affrontare una delle prime degli altri gironi, e chiaramente contro squadre come l’Inghilterra sarebbe poi molto più difficile poi provare a conquistare la semifinale. Ma come detto, con Stati Uniti e Canada nel girone possiamo giocarcela.
E personalmente hai degli obiettivi?
Innanzitutto spero di conquistare un posto tra le 32 che andranno al Mondiale e imparare il più possibile da un’esperienza che sarebbe bellissima. Poi so bene chi ho davanti nel mio ruolo e so che sarà difficile entrare tra le 23 in lista gara, ma il mio obiettivo è farmi trovare pronta nel caso in cui dovesse esserci l’occasione. Se dovesse arrivare il mio momento, mi farò trovare pronta.
Hai sempre giocato mediana di mischia?
“A Villorba giocavo soprattutto ala ma anche mediana di mischia, poi quando sono arrivata alla Capitolina sono stata spostata stabilmente a 9. Posso però giocare in entrambi i ruoli. Anche nel rugby a 7 ho giocato sia ala che mediana”.
A proposito di Seven, cosa ti ha dato l’esperienza di questa estate? (Le azzurre sono state promosse al prossimo Championship, ndr)
“È stato bello, è un gruppo molto giovane. Nonostante non avessi fatto i raduni con loro ma con la Nazionale a 15, quando sono arrivata sono stata accolta benissimo nel gruppo. Poi a me il Seven piace molto, è sempre piaciuto. Dispiace non essere riuscite a qualificarsi al Mondiale, ma già arrivare seconde nel Trophy e aver conquistato la qualificazione nel Championship è un bel risultato, anche inaspettato. Per molte di noi era la prima esperienza a livello internazionale. Chiaramente nelle qualificazioni mondiali il livello si è alzato e forse non eravamo ancora pronte, ma giocando il prossimo anno nel Championship riusciremo ad acquisire maggiore esperienza.
Bisognerebbe investire di più nel Seven?
Secondo me bisognerebbe investire molto di più, in generale sul rugby femminile ma anche sul Seven, anche perché è uno sport olimpico. È stato bello però che abbiano puntato quest’anno su delle ragazze giovani.
Sei molto attiva sui social, anche su temi importanti come diritti civili e parità di genere. Molti sportivi hanno paura di essere divisivi e ne parlano poco…
Penso che al di là dello sport sia molto importante essere attivi come persone e diffondere le proprie idee, non dovrebbe essere un tema divisivo, anzi, bisognerebbe parlarne molto di più anche nel mondo dello sport e dovrebbe essere qualcosa che ci unisce. Bisogna esprimere le proprie idee senza aver paura.
Francesco Palma
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