Una fiammata improvvisa negli ultimi dieci minuti dà la vittoria alla Nuova Zelanda, dopo che gli Springboks avevano rimontato nella ripresa
Gli All Blacks si prendono la rivincita sul Sudafrica e vincono 23-33 all’Ellis Park di Johannesburg nella seconda giornata del Rugby Championship 2022. Grazie a una prima fase di partita giocata con precisione e a una fiammata improvvisa negli ultimi dieci minuti di gara, condite da due mete spettacolari, i neozelandesi interrompono la striscia negativa di tre sconfitte consecutive e tirano un sospiro di sollievo dopo un periodo davvero molto difficile.
Il primo tempo
Uno dei temi tattici principali era il gioco al piede del Sudafrica, ma la prima grande azione della partita arriva dagli All Blacks con un cross kick di Mo’unga. L’apertura pesca sull’out sinistro Ardie Savea che brucia due uomini prima di essere fermato a pochi metri dalla linea di meta. Nell’occasione Willemse viene ammonito, ma gli All Blacks non riescono a sfruttare la superiorità numerica prima a causa di una grande difesa degli Springboks da maul e poi con un banale fallo commesso in una mischia sui 5 metri a favore.
Quando il cronometro deve ancora segnare 10 minuti però succede di tutto anche sull’altra metà campo. Pieter-Steph du Toit manda in confusione Mo’unga con una salita perfetta all’esterno dell’apertura e intercetta il suo passaggio, venendo braccato da Jordie Barrett appena prima della linea di meta. Il flanker riesce a far continuare l’azione ma Lukhanyo Am viene tenuto alto in extremis dal ritorno degli All Blacks.
Con il punteggio che rimane sullo 0-0, le due squadre entrano in una fase della partita più spezzettata, e fisiologicamente con meno scossoni rispetto ai dieci minuti iniziali. I primi a dare di nuovo una fiammata al match sono gli All Blacks, che grazie a una spettacolare ripartenza firmata da Havili, Ioane e Jordan riescono a risalire il campo e a costringere i Boks a un fuorigioco. Mo’unga può sbloccare il punteggio al 25′ per lo 0-3.
Qualche minuto più tardi, invece, gli All Blacks partono da lontano e arrivano fino in fondo. Nasce tutto da Caleb Clarke nei 22 neozelandesi, si sviluppa con le incursioni di Taukei’aho e Smith e viene rifinito e finalizzato da Jordan e Sam Cane all’angolino per una gran meta collettiva (0-8). La sinfonia offensiva suonata degli All Blacks è di tutt’altro livello: gli avanti riescono a garantire avanzamento costante ai trequarti e al minuto 33 la Nuova Zelanda marca ancora.
Rieko Ioane è lucido quanto basta a fintare un passaggio mandando a vuoto Le Roux, Clarke e Savea vengono fermati con due placcaggi irregolari di de Jager e Eztebeth ma gli All Blacks spingono quanto basta per segnare con Taukei’aho per lo 0-15.
Un Sudafrica fin qui poco efficace però riesce a rispondere subito, complice anche un errore difensivo di Clarke. Al 37′, in situazione di parità numerica al largo, Lukhanyo Am punta l’ala che liscia colpevolmente il placcaggio e serve la meta al centro. Pollard trasforma per il 7-15, e sul finire del primo tempo sempre Pollard accorcia ancora sul 10-15 dalla lunga distanza.
Il secondo tempo
L’inizio del secondo tempo è di marca Springboks, con un prolungato multifase che si conclude con Pollard che piazza in mezzo ai pali per il 13-15. Pochi minuti più tardi però gli All Blacks tornano a +5 per una sciocchezza di Jasper Wiese, che placca a gioco fermo Aaron Smith e regala un piazzato a Mo’unga.
È il Sudafrica comunque ad avere maggiormente il pallino del gioco in questa prima fase della ripresa. I Boks mettono grande pressione al pack neozelandese con la loro maul sui 5 metri, costringendo gli ospiti al fallo per due volte; alla terza gli Springboks devono giocare e subiscono il turnover per opera di Ardie Savea, che rispedisce al mittente il pericolo.
Al 58′, improvvisamente, Lukhanyo Am fa esplodere l’Ellis Park con un break di 30 metri in mezzo al campo. Il centro resiste a un paio di placcaggi, allarga con un passaggio magnifico su Mapimpi he va in meta. Il TMO però ravvisa un’ostruzione di Hendrikse su Whitelock e ribalta tutto: calcio di punizione per gli All Blacks e altri tre punti per Mo’unga.
Questa volta la reazione degli Springboks è precisa e arriva dritta al punto. Dopo aver beneficiato di due regali, Mo’unga ne fa uno agli avversari andando a chiudersi addosso a un muro verde sul restart: turnover, allargamento veloce e passaggio parabolico di Willemse per Mapimpi, che questa volta può segnare senza patemi. Pollard è preciso e porta il punteggio sul 20-21.
Il volume dell’Ellis Park intanto si alza sempre di più e la squadra migliore in campo è senza dubbio quella di casa, anche perché la Nuova Zelanda sembra reggersi quasi esclusivamente sulle giocate difensive di Ardie Savea.
Chi invece si perde in un bicchier d’acqua è a sorpresa Sam Whitelock, che al 66′ tenta un passaggio spericolato dentro i propri 22 regalando il pallone ai Boks; Hendrikse potrebbe avventarsi sull’ovale e andare in meta ma viene placcato senza palla da Beauden Barrett, che si prende il giallo. Pollard dalla piazzola porta avanti i suoi per la prima volta nella partita (23-21).
È la logica conseguenza di un predominio tattico e tecnico degli Springboks durante tutta la ripresa, con gli All Blacks che in pratica non toccano mai l’ovale in una zona pericolosa per i padroni di casa. Almeno fino al minuto 73, quando la partita cambia senza che ci fossero veri segnali che potesse succedere
Una cavalcata di Ioane dalla propria metà campo porta per la prima volta la Nuova Zelanda in attacco, e dopo uno splendido multifase in cui l’attacco – nonostante l’inferiorità numerica – fa tutte le cose giuste Havili trova il varco per schiacciare in meta e silenziare Johannesburg. Quasi dal nulla, gli All Blacks si ritrovano sul 24-28 a pochi minuti dalla fine.
Nei minuti finali c’è un Whitelock che si fa perdonare con un gran grillotalpa a metà campo, un Jordie Barrett autore di un calcio strepitoso che sposta l’azione sui 5 metri sudafricani e, al minuto 79, piazzano il colpo del ko. Al termine di una serie di pick&go a ridosso della linea di meta, gli All Blacks vanno di nuovo oltre e chiudono sul 23-35, salvando almeno per ora (forse) la panchina di Ian Foster.
Il tabellino di Sudafrica-Nuova Zelanda
Sudafrica: 15 Damian Willemse, 14 Jesse Kriel, 13 Lukhanyo Am, 12 Damian de Allende, 11 Makazole Mapimpi, 10 Handre Pollard, 9 Jaden Hendrikse, 8 Duane Vermeulen, 7 Pieter-Steph du Toit, 6 Siya Kolisi (c), 5 Lood de Jager, 4 Eben Etzebeth, 3 Frans Malherbe, 2 Joseph Dweba, 1 Ox Nche
A disposizione: 16 Malcolm Marx, 17 Steven Kitshoff, 18 Vincent Koch, 19 Franco Mostert, 20 Jasper Wiese, 21 Kwagga Smith, 22 Herschel Jantjies, 23 Willie le Roux
Mete: Am 37′, Mapimpi 59′
Trasformazioni: Pollard 37′, Pollard 59′
Punizioni: Pollard 40’+2, 44′, 68′
Nuova Zelanda: 15 Jordie Barrett, 14 Will Jordan, 13 Rieko Ioane, 12 David Havili, 11 Caleb Clarke, 10 Richie Mo’unga, 9 Aaron Smith, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane (c), 6 Shannon Frizell, 5 Scott Barrett, 4 Sam Whitelock, 3 Tyrel Lomax, 2 Samisoni Taukei’aho, 1 Ethan de Groot
A disposizione: 16 Codie Taylor, 17 George Bower, 18 Fletcher Newell, 19 Tupou Vaa’i, 20 Akira Ioane, 21 Finlay Christie, 22 Beauden Barrett, 23 Quinn Tupaea
Mete: Cane 28′, Taukei’aho 33′, Havili 74′, S. Barrett 80′
Trasformazioni: Mo’unga 33′, 75′, 80′
Punizioni: Mo’unga 23′, 48′, 57′
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