Claude Achter sembra avesse instaurato un regime del terrore negli uffici del comitato organizzatore
Continuano in Francia gli strali della questione legata a Claude Achter, a questo punto ex-direttore generale comitato organizzatore della Rugby World Cup 2023. Quest’ultimo infatti è stato ufficialmente licenziato con effetto immediato nella serata di lunedì, così come annunciato dal ministero dello sport.
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Tutto è nato da un’inchiesta de L’Equipe che lo scorso giugno aveva pubblicato un report dove diversi testimoni descrivevano un clima tossico all’interno degli uffici del comitato organizzatore. Il ministro dello Sport Amélie Oudéa-Castéra aveva subito fatto sapere di aver ordinato un intervento rapido per fare luce su pratiche manageriali definite come “allarmanti”.
Ieri è quindi arrivata la decisione di “Licenziare Claude Achter in via precauzionale con effetto immediato. Questo durante il tempo necessario per la chiusura dell’istruttoria attualmente in corso da parte dell’ispettorato del lavoro e fino alla decisione finale che risulterà dal procedimento disciplinare”.
In un comunicato stampa il ministero dello sport ha precisato come i comportamenti di Achter abbiano alterato il corretto funzionamento della struttura che si occupa dell’organizzazione della Rugby World Cup 2023, aggiungendoci anche come diversi collaboratori abbiano sofferto le sue scelte.
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Infine nelle prossime settimane lo stesso Achter dovrà presentarsi davanti a un tribunale di Parigi per rispondere di tre reati finanziari dei quali è accusato, assieme ad altri quattro imputati: Bernard Laporte, presidente della FFR, Serge Simon, vicepresidente della FFR, Mohed Altrad, presidente del club di Montpellier e principale sostegno finanziario della FFR e Benoit Rover, collaboratore di lunga data di Atcher.
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