Per i neozelandesi la vittoria è non negoziabile, ma l’Argentina vuol fare la storia
La settima sconfitta in nove partite, la quarta consecutiva in casa, la seconda di fila contro l’Argentina. Questo è lo scenario del disastro per la Nuova Zelanda: per gli All Blacks la vittoria ad Hamilton non è negoziabile, un altro risultato significherebbe la semplice impossibilità per Ian Foster di mantenere il proprio posto di lavoro, e per qualche giocatore di vestire la maglia nera, almeno per un po’.
Con questa montagna di pressione Sam Cane e compagni si apprestano a scendere in campo per sfidare l’Argentina rigenerata dalla cura Michael Cheika, forse il miglior allenatore al mondo nel far crescere i risultati delle sue squadre nel breve periodo.
I Pumas che un anno fa sembravano in caduta libera sono oggi una squadra piena d’entusiasmo, con la vittoria della settimana scorsa a Christchurch che ha dato loro rinnovata fiducia nelle proprie capacità. Certo, ripetersi sarà difficilissimo, ma non è più un’ipotesi nel reame dell’impossibile.
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Quanta fame hanno i sudamericani? Quanto aver già fatto la storia 7 giorni fa potrà aver più o meno consciamente instillato dell’appagamento in Julian Montoya e nei suoi compagni? D’altra parte, l’opportunità di scrivere pagine indimenticabili per il loro Paese gli si ripresenta di fronte: battere due volte gli All Blacks, ma ancor di più continuare la corsa di testa per vincere il Rugby Championship e dare all’Argentina un trofeo finora nemmeno potuto sognare.
Da un punto di vista tecnico, la sensazione è che, senza nulla togliere ai Pumas, molto di quello che accadrà ad Hamilton è nelle mani degli All Blacks e nella loro capacità di far crescere la loro fase offensiva estremamente semplice e prevedibile. A tratti efficace, anche, una settimana fa, ma incapace di portare a casa punti pesanti.
Se l’attacco neozelandese riuscisse a far andare a posto qualche tassello, allora le cose per gli ospiti si mettono male. Ma farlo sotto l’immensa pressione che in questo momento pesa sulle spalle dei giocatori in maglia nera è una sfida davvero difficile.
Nuova Zelanda: 15 Jordie Barrett, 14 Will Jordan, 13 Rieko Ioane, 12 David Havili, 11 Caleb Clarke, 10 Richie Mo’unga, 9 Aaron Smith, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane (c), 6 Shannon Frizell, 5 Scott Barrett, 4 Sam Whitelock, 3 Tyrel Lomax, 2 Samisoni Taukei’aho, 1 Ethan de Groot
A disposizione: 16 Dane Coles, 17 George Bower, 18 Fletcher Newell, 19 Brodie Retallick, 20 Dalton Papali’i, 21 Finlay Christie, 22 Beauden Barrett, 23 Quinn Tupaea
Argentina: 15 Juan Cruz Mallia, 14 Emiliano Boffelli, 13 Matias Moroni, 12 Matias Orlando, 11 Santiago Cordero, 10 Santiago Carreras, 9 Tomas Cubelli, 8 Pablo Matera, 7 Marcos Kremer, 6 Santiago Grondona, 5 Tomas Lavanini, 4 Guido Petti, 3 Joel Sclavi, 2 Julian Montoya (c), 1 Thomas Gallo
A disposizione: 16 Santiago Socino, 17 Mayco Vivas, 18 Eduardo Bello, 19 Matias Alemanno, 20 Juan Martin Gonzalez, 21 Gonzalo Bertranou, 22 Benjamin Urdapilleta, 23 Lucio Cinti
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