L’autore dell’unica meta dei Leoni ha commentato la brutta sconfitta in terra inglese
Non era l’inizio che ci si aspettava dal Benetton. Pur essendo soltanto un’amichevole, la sconfitta per 59-7 in casa dei Sale Sharks ha fatto male, come normale che fosse. L’unica meta dei Leoni è stata firmata da Mattia Bellini, che a La Tribuna ha commentato così il match.
“La partita serviva a mettere un po’ di ritmo gara nelle gambe, ma il risultato è negativo, 60 punti sono tanti e pensavamo a qualcosa di meglio” commenta Bellini, che però – come fatto anche da coach Bortolami – pone l’attenzione sulla differenza di percorso e preparazione tra le due squadre: “Gli inglesi erano già alla terza amichevole, fra poco iniziano la Premiership e hanno una tenuta migliore, ma dobbiamo tenere presenti i campanelli d’allarme. Sappiamo dove lavorare. Comunque meglio sia successo ora che dopo”.
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La partita, dopo un inizio equilibrato, ha avuto il suo punto di rottura nel giallo al mediano di mischia Hidalgo-Clyne: “Sicuramente ci ha messi in difficoltà: il mediano di mischia è un ruolo specifico, in quei dieci minuti abbiamo perso la gestione del gioco, del ritmo. Poi il giallo m’è parso esagerato, soprattutto pensando che era un’amichevole, non era un fallo così grave”.
Adesso, però, bisogna guardare avanti, e sfruttare questa sconfitta per correggere le cose che non hanno funzionato in vista della seconda amichevole contro Edimburgo e soprattutto dell’inizio del torneo, contro Glasgow: “Bisogna colmare le mancanze emerse: fasi statiche, situazioni d’attacco, possesso, difesa, gioco al piede, un po’ tutto insomma. Sabato sarà una partita diversa: gli inglesi hanno giocato prevalentemente al piede senza muovere troppo la palla, Edimburgo magari ha uno stile di gioco diverso e questo ci permetterà di avere forse maggiori occasioni”.
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Infine, un’inevitabile chiosa sul caso Ioane e su come il gruppo lo ha vissuto: “Ricevevamo le informazioni sempre dalla società, che si è sempre dimostrata molto onesta nei nostri confronti. Personalmente non ho percepito alcun malumore tra i miei compagni. Anzi, non se n’è parlato poi così tanto, non posso dire sia stato un argomento tabù, al contrario l’abbiamo vissuto in serenità. Chiaro, abbiamo perso un giocatore di altissima qualità, ma il singolo non è mai superiore al collettivo”.
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