Il terza linea azzurro è rientrato in campo in amichevole e ha ripercorso gli ultimi due anni della sua vita segnati dal grave infortunio e non solo
Il ritorno in campo di Jake Polledri, schierato assieme a Varney nell’amichevole di Gloucester contro Hartpury (squadra di seconda divisione), ha chiuso una parentesi infernale lunga quasi due anni per il terza linea dell’Italia e dei Cherry and Whites. Il terza linea è tornato a calcare i campi da gioco per una partita dopo il terribile infortunio del novembre 2020 (si ruppe tre dei quattro legamenti del ginocchio, con polpaccio strappato, flessore separato dall’osso e gamba fratturata) seguendo un percorso graduale che lo aveva riportato ad allenarsi lo scorso maggio.
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Jake Polledri è stato intervistato da BBC Radio Gloucestershire che ha voluto ripercorrere con lui il lungo percorso vissuto dal momento dello stop. “Ho avuto quasi due anni per puntare a migliorare me stesso come persona. Quando si ha così tanto tempo a disposizione si può lavorare sul piano fisico, su quello mentale, sulla gestione fuori dal campo da gioco, sul guardare e analizzare determinate situazioni” ha detto l’azzurro.
Parlando dell’infortunio ha spiegato: “Se non ci fossero stati i danni ai nervi avrei potuto gestire tutto in un anno di stop, adesso comunque per fortuna il ginocchio va molto bene. Le difficoltà sono state appunto quelle legate ai nervi perché abbiamo dovuto consultare diversi specialisti per essere sicuri di fare le scelte giuste. Ci è voluto un anno per capire se mi sarei ripreso, una volta avuta quella certezza è stato tutto più facile”.
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L’avanti si è poi soffermato sul suo rinnovo del contratto recentemente arrivato: “Sono molto contento e non vedo l’ora di far parte di una squadra che sta crescendo a grandi passi. Ora che torno a giocare voglio essere anche più forte di com’ero prima”.
C’è stato anche spazio per la tragedia capitata al fratello Sam, morto a febbraio 2022 per un attacco di cuore nel centro sportivo di Bristol. “È stata una tragedia che ha aggiunto dolore agli ultimi due anni della mia vita. Non vedo l’ora di tornare a giocare al massimo anche per rendere orgoglioso Sam, voglio provare a essere ottimista e positivo perché è inutile sedersi e aspettare che le cose intorno a noi succedano”.
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