Nei giorni scorsi sono apparse sui media sudafricani. La SARU, Jacques Nienaber e Siya Kolisi hanno risposto in maniera molto dura
Negli ultimi giorni, sui media sudafricani sono circolate alcune voci su delle eventuali positività alla cocaina di alcuni giocatori degli Springboks e sull’uso di droghe da parte loro. La SARU (South African Rugby Union) è intervenuta con un comunicato ufficiale che ha smentito duramente queste indiscrezioni e secondo SARugbymag.co.za starebbe anche cercando di impedire la pubblicazione di un articolo a riguardo da parte del settimanale Rapport, poiché ritenuto infondato e basato su accuse false.
“La Federazione sudafricana è consapevole delle accuse false in merito a dei test di alcuni giocatori risultati positivi che stanno circolando nei media – si legge nel comunicato diffuso sabato – Queste illazioni sono apparse online nonostante l’assenza di prove a sostegno di queste tesi”.
“La Federazione non ha ricevuto alcuna segnalazione dall’unico organismo autorizzato a eseguire dei test sui giocatori, ovvero il South African Institute for Drug Free Sport. La Federazione sudafricana non effettua alcun test in autonomia”.
Secondo la SARU, dunque, queste voci sarebbero state messe in circolo per “cercare deliberatamente di sabotare la preparazione della squadra” alla partita contro l’Argentina di sabato sera. “La Federazione desidera ribadire di non avere alcuna prova in merito a test positivi per alcun tipo di droga, sia essa ricreativa o destinata al miglioramento delle prestazioni, da parte dei giocatori della nazionale”.
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Nella conferenza stampa seguita alla vittoria sui Pumas a Buenos Aires, anche Jacques Nienaber e Siya Kolisi sono intervenuti sulla vicenda, respingendo nettamente le accuse davanti ai giornalisti. “Da parte mia, reputo piuttosto inquietante soprattutto il tempismo [con cui è uscita questa storia], cinque ore prima di un grande Test Match come questo” – ha detto il CT degli Springboks.
“Sono sbalordito dal fatto che si possano fare accuse del genere su questa squadra – ha continuato – Siamo testati regolarmente come qualsiasi altra nazionale, in alcuni casi anche tre volte a settimana in Sudafrica. Non c’è stato un singolo caso positivo da quando siamo stati insieme tutto questo anno. Quindi sì, sono molto deluso da questa faccenda”.
“Ci siamo compattati, ecco cosa abbiamo fatto – ha continuato Kolisi – Questa partita era importante per noi, dovevamo dare un segnale. È stata dura per il nostro gruppo, non voglio mentire. Ma alla fine le persone che ci sostenevano erano al nostro fianco”.
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