Stasera Jake Polledri tornerà a vestire maglia del Gloucester dopo due anni. Il suo allenatore ne ha approfittato per ripercorrere il suo strepitoso recupero
Mercoledì sera Jake Polledri giocherà la sua prima partita ufficiale con il Gloucester dopo due anni. Da quel 14 novembre 2020, il giorno dell’infortunio al ginocchio rimediato contro l’Italia, il flanker della nazionale e dei cherry&white ha dovuto intraprendere un percorso lungo e complicato per poter tornare in campo. Un obiettivo che a un punto sembrava anche piuttosto lontano dal poter essere realizzato.
“Tornare a giocare dopo tutto quello che Jake ha passato è qualcosa di monumentale – ha detto il coach del Gloucester George Skivington, presentando la partita di Premiership Rugby Cup contro i Worcester Warriors – Con tutto quello che gli è successo al di fuori del rugby, è incredibile che sia anche tornato a giocare”, con riferimento alla morte del fratello di 24 anni avvenuta lo scorso marzo per un attacco cardiaco.
“Ha affrontato sfide enormi da quel punto di vista, e poi è riuscito anche a riacquistare la forma fisica necessaria per giocare in Premiership. Ora dobbiamo riportarlo a quel tipo di intensità a cui non è abituato da due anni, e speriamo di poter riavere il giocatore che era. Ma dobbiamo essere intelligenti – ha detto Skivington – Se saremo responsabili, sarà di nuovo bello vederlo in campo”.
L’allenatore ha poi descritto lo stato d’animo di Polledri in questi ultimi giorni. “È molto felice di essere tornato un giocatore di rugby, e noi cerchiamo un po’ di domarlo e di tenerlo al guinzaglio. Era molto contento di aver giocato contro Hartpury (con la squadra B di Gloucester lo scorso 1 settembre, ndr) e l’intera squadra e tutti noi eravamo davvero entusiasti che avesse superato quel test. È davvero, davvero entusiasta”.
– Guarda anche: un video per non dimenticare di cosa era capace Jake Polledri
Anche se ora la situazione sembra ormai in discesa, con il giocatore che sembra aver solo bisogno di mettere minuti nelle gambe per tornare competitivo, inizialmente le cose non erano così limpide, come ha ricordato Skivington. “I primi tempi sono stati piuttosto difficili per Jake. In pratica ci muovevamo in territori inesplorati, perché non c’erano molti altri casi simili al suo nel nostro sport”.
“Nei primi mesi Jake cercava solo di andare avanti per cercare di capire cosa sarebbe potuto succedere. Negli ultimi sei mesi invece c’è stato un cambio di marcia, e abbiamo visto quanto sia determinato a ricominciare. Non c’è stato più alcun dubbio che sarebbe tornato, ma all’inizio pensavamo solo a farlo tornare a un livello decente, e poco importava del rugby professionistico”.
“Ed è per questi motivi che bisogna togliersi il cappello davanti a lui. Ripartire da quell’infortunio e fare quello che ha fatto negli ultimi due anni per tornare al livello in cui si trova ora richiede una grande determinazione mentale”.
In conclusione, per Skivington “è assolutamente incredibile il modo in cui ha lottato per tornare”, ma l’head coach è anche consapevole di dover “controllare la bestia” fino a quando non sarà completamente tornato al suo livello. “Sarà una mia responsabilità, ma lui intanto è su di giri ed è pronto a scendere in campo”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.