Il seconda linea neozelandese, due volte titolare su due partite di URC, si è soffermato sugli aspetti da migliorare in vista degli Scarlets
Scott Scrafton si è subito ritagliato un posto da titolare nelle prime uscite del Benetton nello United Rugby Championship. Arrivato in estate dalla Nuova Zelanda, l’ex giocatore degli Hurricanes è stato inserito da Marco Bortolami nei XV titolari sia contro Edimburgo sia contro Leinster, restando in campo per un totale di 113 minuti in due partite.
Proprio a Dublino, Scrafton ha potuto provare sulla propria pelle cosa significa affrontare una delle più grandi squadre dell’Emisfero Nord, che è passata sopra alla fragile resistenza del Benetton senza troppi problemi con un netto 42-10. “Personalmente penso di aver tratto diversi insegnamenti dal match di Dublino” – ha detto il 29enne seconda linea al sito del Benetton in un’intervista.
Per poter reagire al meglio e prepararsi alla sfida contro gli Scarlets di sabato 1, il neozelandese ha indicato invece alcuni aspetti sui cui prestare attenzione. “Dobbiamo essere più accurati nei nostri set pieces, a partire dalle maul e dalle mischie. Ma anche nel nostro gioco al piede: dovremmo controllare meglio il gioco aereo, vincere più palloni in aria, gestirli bene e capire quanto sia importante fare ciò”.
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La prossima sfida contro la squadra gallese sembra essere alla portata dei biancoverdi, visto anche l’inizio poco brillante della formazione di Llanelli, reduce da un pareggio contro gli Ospreys e da una sconfitta piuttosto pesante contro l’Ulster in casa per 39-55. “Essendo alla prima esperienza in Europa, per la prima volta giocherò contro gli Scarlets. Sono una squadra potente fisicamente, a cui piace giocare un rugby dal ritmo alto e conosco un paio di loro giocatori provenienti dalla Nuova Zelanda (negli Scarlets giocano Vaea Fifita e Johnny McNicholl, ndr). Per noi si tratterà di controllare bene l’ovale e controllare il ritmo del match, pareggiare la loro fisicità e contrastare i loro avanti”.
Scrafton ha potuto toccare in mano inoltre anche la differenza fra le partite al Monigo e le trasferte, con tutto quello che ne deriva in termini di sostegno e stimoli aggiuntivi. “Giocare in casa di fronte ai propri tifosi e alle proprie famiglie ti stimola ancora di più, col supporto dei tuoi tifosi. Fuori casa è più complicato, in condizioni meteo diverse e dopo un lungo viaggio, perciò si può dire che in trasferta è come se ti trovassi fuori dalla comfort zone. Sabato a Monigo dovremo dare il nostro meglio e giocare un ottimo rugby”.
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