Il coach dei Leoni racconta la sua carriera e si concentra sull’attualità ripartendo dall’ultimo successo biancoverde contro gli Scarlets
Dopo l’ottimo inizio di stagione del Benetton, condito da due successi casalinghi con Glasgow e Scarlets, Marco Bortolami è stato ospite alla redazione della “Tribuna” di Treviso. L’allenatore dei Leoni ha raccontato in una lunga chiacchierata tutta la sua carriera, partendo dai tempi delle giovanili e ripercorrendo un percorso che lo ha portato a diventare allenatore.
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Il coach dei Leoni ha ricordato come nel 2004 lasciò l’Italia per provare nuove sfide, trovando tra Narbonne e Gloucester ambienti adatti alla sua ambizione. Proprio in Inghilterra divenne capitano della squadra cherry and white, un momento importante visto che nella stessa squadra c’erano tre Campioni del Mondo con la Nazionale della rosa. Tra Aironi e Zebre poi ha continuato a studiare dall’interno il mondo del rugby fino a diventare allenatore, raccontando come ora la sua vita sia orientata al fatto di creare le migliori opportunità per i giocatori a disposizione, visto che poi sono loro che in campo devono fare accadere i risultati.
Parlando dell’attualità, Bortolami ha sottolineato l’importanza dell’ultima vittoria del Benetton contro degli Scarlets che pure si presentavano con nomi di qualità ma che, tolto giusto qualche momento nel secondo tempo, i Leoni hanno praticamente dominato.
Sulla gestione del gruppo ha detto: “Siamo in 65, è impensabile che tutti siano titolari o prime scelte. La capacità di riconoscere il proprio ruolo è fondamentale, sia per i giovani che per i veterani”. Sempre alla “Tribuna” ha spiegato una delle chiavi dell’inizio di stagione del Benetton marchiato da due vittorie: “Jim Molony (capo preparazione fisica) sta facendo un lavoro enorme a livello fisico. Stiamo lavorando molto con i giovani ma c’è grande potenziale in tutto il gruppo. Da lì non si scappa, senza la capacità di resistere a livello aerobico non si può vincere, e chi esce dalla panchina è fondamentale. Sabato contro gli Scarlets il momento chiave è stato quando loro sono tornati sotto 26 a 23, poi l’abbiamo vinta grazie a diversi subentrati che sono stati tutti decisivi”.
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Ampliando lo sguardo a una possibilità che era stata ventilata negli anni, Bortolami pensa che in Italia non ci sia spazio per una terza franchigia, sia a livello sportivo (“Facciamo fatica ad averne due, serve più qualità”) che commerciale sostenendo come difficilmente possa essere sostenibile.
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