L’head coach del Benetton guarda ai sogni nel cassetto, al presente e al prossimo futuro della sua squadra in Scozia
L’ha ripetuto più di una volta durante l’arco della sua carriera da giocatore: il sogno d’infanzia di Marco Bortolami era diventare meccanico per la Ferrari.
Ora lo racconta anche al sito ufficiale dello United Rugby Championship, in un’intervista dove guarda alla propria carriera e al futuro prossimo della sua squadra, il Benetton, partendo proprio dall’aneddoto fondante, quello della passione per i motori.
“Da bambino, i miei giocattoli preferiti erano macchine e camion. Essendo italiano, qui la Formula 1 e la Ferrari sono una grande passione. Mi ricordo Alain Prost e poi Michael Schumacher. Il mio sogno era diventare un meccanico per la Ferrari ed è per questo che poi da grande ho incominciato a studiare ingegneria meccanica. La mia vita era guidata da quel grande sogno e ho cercato un modo per farlo succedere.”
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Poi, però, l’Azzurro: “Il rugby è diventato la mia sola priorità quando ho iniziato a giocare in nazionale a 20 anni. Mi ricordo che dopo il mio debutto internazionale raccontai in un’intervista che il mio sogno era lavorare in Ferrari. Il giorno dopo, la segreteria del presidente della scuderia del tempo mi chiamò per dirmi che il presidente aveva letto l’intervista e mi aspettava al termine della mia carriera!”
Tifoso ferrarista tutt’oggi, Marco Bortolami è passato dagli scarpini alla scrivania dell’allenatore da sei anni, prima da assistente e ora da head coach.
“Non mi manca giocare. Ne ho avuto abbastanza, il mio corpo ne ha avuto abbastanza. Ho messo tutta la mia passione nell’essere capitano dell’Italia e delle squadre dove ho giocato e ci vuole un sacco di energia per farlo.”
“Come allenatore non sono ancora alla fine del mio percorso di crescita, ma cerco di imparare dagli errori e di capitalizzare sui miei punti di forza. Mi piace la responsabilità e provo a influenzare il gruppo per cercare di essere migliori ogni giorno. Questo è un lavoro dove oltre al rugby, si tratta anche di gestire il tuo modo di essere e la tua mentalità. Ho 65 giocatori e devo percepire di cosa hanno bisogno. Qualche volta bisogna alzare la voce, altre dargli una pacca sulla spalla.”
L’inizio stagione del Benetton è stato positivo, con 3 vittorie in 4 partite, ma adesso arriva una trasferta ad Edimburgo molto ostica e la ricezione a Monigo dei Bulls finalisti della scorsa stagione.
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“Siamo felici della partenza, i risultati arrivano. Abbiamo giocato sui nostri punti di forza e siamo felici della gestione del gioco. I giocatori sono stati in controllo, tranquilli e concentrati.”
“Dobbiamo tenere i piedi per terra perché la stagione è iniziata da poco, ma dobbiamo anche avere fiducia in noi stessi.”
“Edinburgh non ha avuto i risultati che si attendeva e sono sicuro che vorranno cogliere l’occasione per riscattarsi. D’altra parte, però, se saremo in grado di metterli sotto pressione, potranno magari trovarsi in difficoltà nel trovare le giuste risposte.”
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