Cercare di ingannare l’arbitro non è mai una buona idea
Cercare di trarre in inganno l’arbitro con una simulazione: una cosa che sportivamente è lontana anni luce dallo spirito del rugby. Eppure, in una partita, c’è chi ci ha provato.
I risultati dello “svenimento” però, dopo il contatto con un avversario, sono stati a dir poco modesti.
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Una simulazione…non gradita
La voglia di recuperare l’ovale dopo una punizione accordata, una scaramuccia con un rivale, una leggera sbracciata amplificata, la caduta a terra e poi lo sguardo rivolto verso l’arbitro cercando qualcosa in più.
Un “premio” che però, per fortuna, non arriva, anzi. Un’occhiata paternalistica da parte del direttore di gara che fa capire chiaramente di non gradire quell’atteggiamento invitando il giocatore stesso a rialzarsi per riprendere la partita.
Quando uno sguardo vale più di mille parole: vedere per credere.
How refs deal with diving in rugby 👇 #Rugby #RugbyDump pic.twitter.com/TfIy01E35t
— Rugbydump.com (@Rugbydump) October 17, 2022
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