Il tallonatore e il centro condividono un background simile e ne hanno parlato dal raduno di Verona
Giacomo Nicotera, tallonatore del Benetton classe 1996, e Enrico Lucchin, centro delle Zebre nato nel ’95, hanno qualcosa in comune. Il primo ha 4 caps in nazionale, il secondo nessuno. Entrambi fanno parte dei 35 convocati che in questi giorni, al Payanini Center di Verona, stanno preparando le Autumn Nations Series con la maglia della nazionale italiana. Soprattutto, sono entrambi giocatori che, rispetto alla media della rosa, sono arrivati in nazionale senza bruciare le tappe, grazie al sudore della fronte, al lavoro quotidiano e ad un miglioramento graduale, ostinato, che è passato dal Top10 prima e dalle franchigie poi.
Una storia leggermente diversa rispetto a quella di una squadra fatta di giovani di talento che ha fatto del bruciare le tappe la norma.
“Spesso mi metto nei panni dei più giovani e credo che siano veramente bravi a gestire la pressione – racconta Nicotera – Io, che ho qualche anno in più, sento grande pressione ogni volta che ho a che fare con l’Azzurro.”
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Il tallonatore ha alle spalle una carriera in Top10 passata dalla provincia veneta, epicentro del movimento rugbistico italiano: Mogliano, San Donà e Rovigo, prima di approdare a Treviso con la maglia del Benetton.
“Per me questi anni di Top10 sono stati belli, ma riconosco che si giocava a rugby senza tanti pensieri, ognuno dava il massimo ma in un contesto di comfort. Qua le cose sono diverse, ci vuole grande preparazione. Al contrario di tanti che sono qui, la mia crescita è stata graduale: quando sono passato dalla terza alla prima linea, in tanti mi hanno detto di avere fiducia, che la maturità per un tallonatore arriva a 25 o 26 anni e in effetti così è stato. In più, ho avuto la fortuna che mi si siano aperte delle opportunità al momento giusto, ed ero lì per poterle cogliere.”
Anche Lucchin è passato da Mogliano e Rovigo, ma il grosso della sua esperienza nel domestic italiano lo ha fatto a Calvisano, con 43 presenze e 11 mete in 3 stagioni. Poi l’approdo alle Zebre e una crescita regolare, gradino dopo gradino, dalle 8 presenze da titolare nel 2019/2020 alle 13 dello scorso anno, fino alla fascia di capitano della franchigia in una delle gare di questa stagione.
“I giovani di adesso hanno una maturità fisica che noi a 19 o 20 anni che noi non avevamo – afferma il trequarti – Può essere che sia per doti naturali, può essere perché abbiano avuto una formazione di maggiore qualità rispetto alla mia generazione anni fa. Sia come sia, per arrivare in nazionale ci sono delle tappe da affrontare, credo, fra cui essere esposti in maniera continuativa al livello delle franchigie.”
“Io sono stato pronto per passare in franchigia a 23/24 anni, e da allora trovarsi in campo a sfidare i più forti in Europa e nel mondo ogni settimana mi ha portato ad affrontare il fatto di dovermi per forza migliorare continuamente. Sei in campo, fai uno o due errori, sei messo in difficoltà su alcune cose e capisci che sei obbligato a migliorare, non c’è altro modo.”
Il prossimo 28 ottobre Kieran Crowley annuncerà i convocati definitivi per i test match di novembre. Taglierà due giocatori dagli attuali 35. Vada come vada per Nicotera e Lucchin, la loro presenza nel giro azzurro è una testimonianza del fatto che in Azzurro c’è sempre spazio per chi dimostra il proprio valore di settimana in settimana, di stagione in stagione, sul rettangolo verde.
Lorenzo Calamai
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