Il ct degli Azzurri ha tracciato la strada in vista della sfida di Firenze
Verso il secondo Test Match delle Autumn Nations Series 2022. L’Italia è pronta sabato a ricevere l’Australia in quel dello stadio Artemio Franchi di Firenze, con calcio d’inizio a partire dalle ore 14.
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Italia-Australia: Kieran Crowley spiega le scelte di formazione e la visione dei Wallabies
Dopo aver svelato la formazione per il duello contro la formazione di Dave Rennie, il ct degli Azzurri, Kieran Crowley, è intervenuto in conferenza stampa per spiegare le sue scelte.
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Sulla formazione: “Abbiamo fatto dei cambi nella formazione, ma questo non vuol dire che andremo a snaturare la nostra identità in vista della partita con l’Australia, anche se sappiamo che probabilmente la mediana con Varney e Garbisi potrebbe essere più sotto pressione, visto quello che loro hanno fatto contro la Francia”.
Sullo specifico della sfida contro i Wallabies: “Le differenze fra Australia e Samoa? L’affiatamento. La squadra di Dave (Rennie, ndr) è molto più abituata a giocare insieme, a inserire le individualità all’interno di un collettivo, mentre Samoa spesso si fa guidare dalle accelerazioni improvvise”.
Sui cambi di formazione in generale e l’ottica verso il futuro: “Manca meno di un anno alla Rugby World Cup ed è chiaro che queste sono anche le occasioni per provare alcuni giocatori nelle varie formazioni, ma le scelte per sabato sono legate principalmente al fare bene contro l’Australia.
Padovani ha recuperato ed era a disposizione per questa gara, ma non è detto che non faccia parte del gruppo squadra contro il Sudafrica; Negri invece sostituisce Zuliani che, dopo le Samoa, ha accusato un problema fisico. A volte dipende anche dalle situazioni di configurazione della panchina nel rapporto avanti/trequarti: se ci sono dei 6+2 o dei 5+3”.
Sul rientro di Ange Capuozzo: “Sono convinto che continuerà a crescere, anche perché l’anno scorso è arrivato alla fine di una stagione importante ma piena di cose da imparare a gestire, soprattutto a livello emozionale e psicologico. Il passaggio nel Top14, in quest’ottica, non può che fargli bene”.
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