Le inglesi giocano in 14 per oltre un’ora, sfiorano il titolo ma alla fine cedono alle padrone di casa
La Nuova Zelanda vince la Coppa del Mondo di rugby 2021 (disputata nel 2022), battendo l’Inghilterra per 34-31 dopo una finale incredibile, giocata per più di un’ora in 14 dalle inglesi a causa dell’espulsione di Thompson al 18′. Le due squadre hanno risposto colpo su colpo per 80 minuti, ma non è bastata la straripante maul inglese a cambiare l’inerzia di un match che nel finale è passato in mano alle Black Ferns, che avevano sofferto tanto nonostante la superiorità numerica. La Nuova Zelanda diventa campione del Mondo per la sesta volta nella sua storia.
La cronaca
L’Inghilterra parte fortissimo, e dopo 3 minuti è già in vantaggio con la meta di Ellie Kildunne, con Scarratt che trasforma per il 7-0. La Nuova Zelanda accusa il colpo ma prova a reagire. Holmes sbaglia il primo penalty della sua partita, poi Woodman con un paio di break mette in difficoltà la retroguardia inglese, senza però creare occasioni concrete per segnare.
Dall’altra parte, invece, l’Inghilterra non sbaglia nulla e sfrutta un calcio di punizione per arrivare ai 5 metri. Da lì, la maul è inesorabilmente avanzante, con Amy Cokayne che finalizza per il 14-0.
La partita sembra indirizzata, ma al minuto numero 18 cambia: Lydia Thompson interviene alta su Woodman, il contatto è testa contro testa, con l’ala neozelandese costretta ad uscire per controllo concussion, e Hollie Davidson non ha dubbi, è cartellino rosso. Sul successivo calcio di punizione le Black Ferns innescano una maul furiosa, con Ponsonby che schiaccia.
Le Red Roses superano però il momento di sbandamento e rimettono a posto il punteggio con un drive straripante, che parte dai 22 e arriva fino in fondo con Hirini che segna il 19-7, con palo di Scarratt sulla trasformazione. Il match è stupendo, perché arriva ancora una volta la risposta neozelandese. L’Inghilterra stoppa il primo drive neozelandese, ma le padroni di casa allargano sfruttando la larghezza del campo e la superiorità numerica, con Leti-I’iga che batte la diretta avversaria e segna il 14-19, con la splendida trasformazione di Holmes.
In inferiorità numerica l’Inghilterra si affida sempre alla rolling maul, che segna ancora al 33′ con Cokayne con un altro avanzamento straripante: 14-26. Dall’altra parte le Black Ferns decidono di giocare tutto, ripartono dai propri 22 e con una lunghissima azione si riportano in attacco: guadagnano un calcio di punizione, vanno in rimessa e sulla successiva maul Amy Rule si stacca al momento giusto e segna la meta che chiude il primo tempo sul 19-26.
La ripresa comincia con la Nuova Zelanda a tutta: break strepitoso di Fluhler, sostegno di Holmes che al momento giusto restituisce il pallone alla numero 13, che ha lo spazio e le gambe per segnare la meta del 24-26. Holmes manca di pochissimo il calcio del pareggio.
È un assalto, e dopo un lungo multifase la rimonta è completata: le Blacks Ferns spostano il pallone da una parte all’altra aprendo le maglie inglesi e sfruttando la superiorità numerica. Quando Demant sposta il gioco sul lato chiuso c’è un 4 contro 2 praticaemente indifendibile, con Krystal Murray che marca alla bandierina per il 29-26.
La reazione inglese arriva al 54′: le Red Roses rinunciano a un calcio centrale, consapevoli di poter fare male con il proprio drive. Ed è quello che accade, nonostante la pressione messa dalle neozelandesi sulla saltatrice la maul è sempre avanzante e arriva ancora la meta di Cokayne: 29-31.
Al 65′ anche la Nuova Zelanda resta in 14, con Kennedy Simon ammonita per un placcaggio alto su Abby Dow. Nonostante ciò le Black Ferns restano in attacco e cominciano davvero a crederci. L’occasione arriva al 72′: calcetto di Demant che trova scoperta la difesa inglese, Fluhler arriva sul pallone, viene fermata a mezzo metro dalla linea di meta ma trova un offload stupendo per l’accorrente Leti-I’iga, che sigla la sua doppietta personale e riporta le Black Ferns in vantaggio per 34-31.
Al 77′ Demant decide di giocare veloce un calcio di punizione a metà campo, rinunciando alla touche. La scelta però non paga, perché le compagne poco dopo si isolano e regalano il pallone all’Inghilterra, che va dall’altra parte e si ripresenta ai 5 metri: sembra il preludio al solito drive inarrestabile, ma il pallone viene rubato e la partite finisce qui. La Nuova Zelanda è campione del mondo, in casa, dopo una finale incredibile.
Francesco Palma
Nuova Zelanda: 15 Renee Holmes, 14 Ruby Tui, 13 Stacey Fluhler, 12 Theresa Fitzpatrick, 11 Portia Woodman, 10 Ruahei Demant (co-captain), 9 Kendra Cocksedge, 8 Charmaine McMenamin, 7 Sarah Hirini, 6 Alana Bremner, 5 Chelsea Bremner, 4 Maiakawanakaukani Roos, 3 Amy Rule, 2 Georgia Ponsonby, 1 Phillipa Love.
A disposizione: 16 Luka Connor, 17 Krystal Murray, 18 Santo Taumata, 19 Joanah Ngan-Woo, 20 Kennedy Simon (co-captain), 21 Ariana Bayler, 22 Hazel Tubic, 23 Ayesha Leti-I’iga.
Mete: Ponsonby 19′, Leti-I’iga 24′, Rule 40′, Fluhler 43′, Leti-I’iga 73′
Trasformazioni: Holmes 20′, 25′
Punizioni:
Inghilterra: 15 Ellie Kildunne, 14 Lydia Thompson, 13 Emily Scarratt, 12 Holly Aitchison, 11 Abby Dow, 10 Zoe Harrison, 9 Leanne Infante, 8 Sarah Hunter (captain), 7 Marlie Packer, 6 Alex Matthews, 5 Abbie Ward, 4 Zoe Aldcroft, 3 Sarah Bern, 2 Amy Cokayne, 1 Vickii Cornborough.
A disposizione: 16 Lark Davies, 17 Maud Muir, 18 Shaunagh Brown, 19 Cath O’Donnell, 20 Poppy Cleall, 21 Sadia Kabeya, 22 Claudia MacDonald, 23 Tatyana Heard
Mete: Kildunne 3′, Cokayne 13′, Hirini 23′, Cokayne 33′, 54′
Trasformazioni: Scarratt 4′, 14′, 34′
Punizioni:
Cartellini: rosso a Thompson 18′
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