Il fenomenale estremo azzurro racconta il suo momento d’oro e il rapporto, sempre forte, con la Nazionale italiana e i compagni
Non c’è dubbio che uno dei fautori del magico momento azzurro sia Ange Capuozzo, giovane estremo risultato decisivo sia contro il Galles che contro l’Australia. Passato da Grenoble a Tolosa durante l’estate, il giovane italiano nato e cresciuto in Francia è stato intervistato dalla “Gazzetta dello Sport”, alla quale ha raccontato le sue sensazioni partendo proprio dalla vittoria di sabato sui Wallabies.
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Capuozzo ha definito il match incredibile, spiegando come la chiave sia stato il fatto che l’Italia è riuscita a imporre il suo piano di gioco riempiendo gli spazi e giocando in velocità così come chiesto da Kieran Crowley. Al raduno di Verona nella giornata di lunedì anche una troupe della televisione francese ha voluto parlare con il folletto (177 cm per 71 kg) italiano, che si è detto estremamente fiero di giocare in Nazionale e orgoglioso delle origini napoletane della sua famiglia.
Raccontata la storia della sua famiglia (con i bisnonni che si trasferirono in Francia dopo la Seconda Guerra Mondiale) Ange ha raccontato di essere stato a Napoli tre volte e di come tanti suoi parenti siano tra Roma e Bologna, diversi dei quali hanno assistito alla partita di Firenze sabato.
Tornando al rugby, relativamente alle due doppiette messe a segno contro la Scozia (al debutto) e l’Australia ha detto: “Lo sport vive di emozioni e queste sono enormi. Per me e per chi mi vuole bene”. Il rapporto con Kieran Crowley viene definito ottimo, così come quello con Pierre Bruno e Monty Ioane nel triangolo allargato azzurro: “Insieme stiamo a meraviglia: giochiamo con istintività, parliamo la stessa lingua, ci capiamo al volo”.
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Infine, sul chi siano i suoi riferimenti ovali, Capuozzo cita tre giocatori: “Il compianto francese Christophe Dominici, il figiano Sirelt Bobo o il sudafricano Cheslin Kolbe: gente veloce, capace di dare spettacolo”. Esattamente come il folletto azzurro.
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