Autumn Nations Series: Italia-Sudafrica, il crash test degli azzurri

Gli Springboks vengono a Genova per fare a sportellate, e gli azzurri devono reggere l’urto per potersela giocare

Autumn Nations Series: Italia-Sudafrica, il crash test degli azzurri (ph. Sebastiano Pessina)

Autumn Nations Series: Italia-Sudafrica, il crash test degli azzurri (ph. Sebastiano Pessina)

Italia-Sudafrica: due formazioni dal percorso autunnale molto diverso e sorprendente, con gli Azzurri alla chiusura delle Autumn Nations Series e gli Springboks poi attesi da un’ultima sfida a Twickenham con l’Inghilterra. In pochi avrebbero immaginato che la sfida di Marassi (ore 14, diretta su Tv8 e Sky Sport Arena) sarebbe stata un’ultima spiaggia per gli Springboks, impantanati a Dublino contro una concretissima Irlanda e puniti dalla propria indisciplina a Marsiglia contro la Francia. L’Italia, invece, avrà la possibilità di giocare libera di testa, con la voglia di stupire ancora e di mettere in difficoltà una squadra che avrà tutta la pressione addosso.

Se il match contro l’Australia si distingueva proprio per l’elevatissima presenza di variabili, dovuta all’imprevedibilità dei Wallabies, quello contro il Sudafrica si basa su una sola e semplice chiave: gli Springboks vengono a Genova per fare a sportellate, e gli Azzurri devono reggere l’urto per potersela giocare. La nuova vettura azzurra guidata da Kieran Crowley ha superato tutte le prove di fabbricazione, manca però quella finale: il crash test.

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Nienaber ed Erasmus (squalificato, dopo aver attaccato pubblicamente la direzione di gara di Marsiglia) non vogliono e non possono prendersi rischi, e hanno schierato la formazione delle grandi occasioni. Qualche cambio rispetto al XV “tipo” c’è stato solo in seconda linea, ben compensato dalla presenza di Eben Etzebeth in panchina come impact player.

Anche dietro si va poco per il sottile, con la coppia di centri De Allende-Esterhuizen che non è stata di certo messa lì per usare la calcolatrice. In particolare, il numero 13 sudafricano è in lizza per un posto in squadra ai Mondiali come vice-Lukhanyo Am, assente in questo tour, e di conseguenza avrà tutte le intenzioni di farsi valere in mezzo al campo.

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Il piano di gioco sembra abbastanza chiaro: logorare gli azzurri fisicamente, assorbire più uomini possibile e poi allargare sulle due schegge Kolbe e Arendse quando si apriranno gli spazi all’esterno. Scontato dire che se l’Italia vorrà giocarsela dovrà tenere duro davanti, in qualche modo, e dovrà provare a ficcare il naso nei pochi punti deboli di questa squadra.

Innanzitutto, Nienaber continua ad insistere con Willemse apertura: un giocatore strepitoso ma che non ha i ritmi del 10 e qualche volta va in affanno in fase di impostazione. Il lavoro delle nostre terze linee sarà fondamentale per mettergli pressione e impedirgli di giocare palloni facili. Allo stesso modo, diventa fondamentale il gioco aereo. Non avendo un’apertura di ruolo, i sudafricani si affideranno spesso ai calci dalla base di Faf de Klerk per andare a riprendersi l’ovale e avanzare. Per contro, i sudafricani hanno faticato nella battaglia tattica al piede, soprattutto contro l’Irlanda, mentre contro l’Australia Tommaso Allan ha più volte vinto la sfida con il triangolo allargato dei Wallabies.

E poi l’Italia dovrà sfruttare quello che ormai è diventato il proprio marchio di fabbrica. Il Sudafrica non sempre riesce a difendere come dovrebbe quando il il gioco viene allargato velocemente, e il triangolo allargato azzurro può essere l’arma che può cambiare il corso di un match che gli Springboks vorranno indirizzare su un unico binario.

Come detto, gli Azzurri giocano senza pressione, ma non per questo sembrano appagati. Del resto, Crowley non ha fatto turnover e ha confermato il blocco delle prime due partite, dimostrando di avere ben chiare anche quelle che verosimilmente saranno le fondamenta dell’Italia che andrà al Mondiale, con l’aggiunta dei possibili giocatori che il tecnico spera di recuperare come Polledri, Riccioni e Minozzi. Proprio lo stesso Minozzi, intervistato da OnRugby alla vigilia dei test match, aveva analizzato in maniera molto diretta la partita di Genova: “Se non tieni fisicamente ti passano sopra, se tieni puoi provare a giocartela”.

Francesco Palma

Le formazioni di Italia-Sudafrica

Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Pierre Bruno, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Luca Morisi, 11 Monty Ioane, 10 Tommaso Allan, 9 Stephen Varney; 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (capitano), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolo Cannone, 3 Pietro Ceccarelli, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti.

A disposizione: 16 Gianmarco Lucchesi, 17 Ivan Nemer, 18 Simone Ferrari, 19 David Sisi, 20 Manuel Zuliani, 21 Alessandro Garbisi, 22 Edoardo Padovani, 23 Tommaso Menoncello.

Sudafrica: 15 Willie le Roux, 14 Cheslin Kolbe, 13 Damian de Allende, 12 Andre Esterhuizen, 11 Kurt-Lee Arendse, 10 Damian Willemse, 9 Francois de Klerk, 8 Jasper Wiese, 7 Franco Mostert, 6 Siyamthanda Kolisi (capitano), 5 Marvin Orie, 4 Salmaan Moerat, 3 Frans Malherbe, 2 Mbongeni Mbonambi, 1 Retshegofaditswe Nche.

A disposizione: 16 Malcolm Marx, 17 Steven Kitshoff, 18 Vincent Koch, 19 Eben Etzebeth, 20 Albertus Smith, 21 Evan Roos, 22 Cobus Reinach, 23 Manie Libbok.

Arbitro: Matthew Carley (Inghilterra)
Assistenti: Wayne Barnes (Inghilterra), Sam Grove-White (Scozia)
TMO: Eric Gauzins (Francia)

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