Il presidente biancoverde ripercorre 25 anni di lavoro, guardando avanti e ripensando anche al playoff del 2019 perso contro Munster…
Il 90esimo compleanno del Benetton Rugby è un anniversario importante anche per Amerino Zatta, presidente della società biancoverde dal lontano 7 luglio 1997. Vista l’occasione, il dirigente veneto ha raccontato la sua esperienza alla “Tribuna” in edicola, soffermandosi sui tanti aspetti vissuti dalla società in questo quarto di secolo.
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C’è spazio per l’orgoglio di dirigere un ambiente che con gli anni si è sempre più professionalizzato, partendo dal dilettantismo e arrivando alla Celtic League con il fondamentale apporto della famiglia Benetton, entrata nel rugby nel 1979. Zatta sottolinea come nei 13 anni di esperienza “celtica” si sia scontrato con un mondo molto duro, prevedendo in partenza un gap meno marcato rispetto alle altre squadre più forti del torneo. Di passi avanti ne sono stati fatti tanti ma l’obiettivo del Benetton deve essere, secondo Zatta, quello di diventare stabilmente una delle prime 8 squadre del torneo, continuando a migliorare un settore alla volta della realtà biancoverde.
Sulla “Tribuna” il presidente del Benetton parla anche dei giocatori, stranieri e italiani, che più gli sono rimasti nel cuore durante la sua lunga gestione. “Quanti ne ho visti passare – spiega Zatta – Io mai mi sono divertito come con “Dingo”, Brendan Williams, un ragazzo che, al di là delle sue qualità tecniche, era fantastico anche fuori dal campo. Stelle come come Lynagh, Kirwan, Toni Green sono stati campioni del mondo, avevano rendimento e qualità mediamente superiori e ci hanno fatto vincere gli scudetti, ma chi mi ha entusiasmato davvero è stato Williams. Dal lato affettivo e dello spettacolo puro resta lui il mio preferito”.
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In chiave italiana viene indicato Guido Rossi, che ha il record di presenze col Benetton (362) giocando a Treviso dal 1977 al 1996, con un pensiero particolare a Ivan Francescato, purtroppo spentosi troppo presto. Nessun nome invece viene messo davanti per quello che riguarda la figura di allenatore, con tanti personaggi importanti che si sono alternati alla guida della squadra.
Sul grande rimpianto dei 25 anni di presidenza Amerino Zatta non ha dubbi e cita il quarto di finale 2019 dell’allora Pro14 in casa di Munster, quando i Leoni persero 15-13 per via di un calcio da metà campo quasi allo scadere degli irlandesi, un piazzato che non fu calciato esattamente dalla corretta posizione ma con qualche metro guadagnato “di straforo”. Evidentemente, secondo Zatta, alla lega celtica una semifinale tra Leinster e Munster faceva più gola.
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