L’iniziativa partita in occasione delle Autumn Nations Series contribuisce a promuove il rugby
Le Autumn Nations Series 2022 oltre ad essere state caratterizzate da alcuni risultati sorprendenti, come la vittoria dell’Italia sull’Australia, dell’Argentina a Twickehnam contro l’Inghilterra e della Georgia a Cardiff, hanno visto l’introduzione di un esperimento che potrebbe segnare l’inizio di una nuova era: i nomi dei giocatori sulle maglie da rugby.
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I nomi sulle maglie da rugby avvicinano i fans e dovrebbero essere adottati più spesso
In principio sono state l’Inghilterra e la Scozia a lanciare l’idea: un invito accolto subito anche dall’Italia e dal Giappone, che hanno giocato i Test Match Autunnali ponendo sopra il numero di maglia anche i cognomi dei giocatori.
Il portale Planet Rugby, sull’argomento, ha espresso una riflessione in tre punti – che ci sentiamo di condividere – sull’opportunità dell’iniziativa. Che presenta diversi vantaggi soprattutto se si ragiona in termini di allargamento del numero di appassionati e di rendere più popolari i giocatori, oltre che provare ad aumentare gli introiti delle Unions.
1. Inclusività
Intesa come volontà di avvicinare i neofiti al gioco partendo da una nuova base, quella di riconoscere i giocatori non solo per il loro numero di maglia, ma anche per il loro cognome. La volontà è quella di stimolare un processo e di aiutare anche chi non sa le formazioni a capire più rapidamente chi c’è in campo nelle varie posizioni.
2. Riconoscere il merito ai giocatori
Arrivare a mettere il proprio cognome sulla maglia della nazionale vuol dire, in un certo senso, avercela fatta. Essere arrivati all’obiettivo che tutti si prefiggono quando iniziano a giocare a rugby: giocare a livello internazionale per la propria rappresentativa. Un merito che così si “amplifica” nella giusta maniera: far capire che la maglia è stata conquistata. E facendo in questo modo anche pubblicità agli atleti, rendendoli più riconoscibili.
3. Marketing e entrate economiche
Il calcio ma non solo, anche l’NBA. Associare un nome e un numero a un determinato campione, porta quella maglia a diventare un asset importante per un club calcistico, una franchigia cestistica e potrebbe diventarlo anche per una federazione rugbystica. In un momento non facile a livello economico, uno scenario in più dal quale provare a trarre un maggior profitto economico per le federazioni.
La proposta
Ragionando verso l’anno prossimo, la proposta è quella che in occasione della Rugby World Cup 2023, evento che come nessun altro attrae nuovi appassionati, tutte e 20 le nazionali presenti alla Coppa del Mondo possano indossare maglie con i nomi dei giocatori. Anche questa è una strada da percorrere se si vuole allargare la fan base del rugby.
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