Il seconda linea dei Dragons e della nazionale ha offerte da Bath e Racing 92, facendo emergere le crepe nella gestione delle risorse economiche della federazione
Negli ultimi giorni, in Galles, non si è fatto altro che parlare della possibile successione di Wayne Pivac sulla panchina della nazionale di rugby.
Un secondo fatto, però, sta prendendo piede sulle pagine sportive dei media locali, mettendo in cattiva luce la gestione delle franchigie di United Rugby Championship da parte della federazione.
Il seconda linea dei Dragons Will Rowlands, 31 anni e 23 caps con la nazionale di rugby gallese, di cui è diventato un giocatore importante negli ultimi due anni, è attualmente corteggiato dal Racing 92, dal Bath e da alcuni altri club inglesi.
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Una normale questione di mercato, con un giocatore internazionale che rischia di finire lontano dai confini nazionali, con tutto quello che concerne in termini di possibilità di rappresentare la nazionale: non avendo accumulato più di 60 caps, Rowlands non sarebbe selezionabile per il Galles alla Rugby World Cup se al termine di questa stagione lasciasse il paese.
Il problema, però, è più profondo: in questo momento, infatti, i Dragons non sono in grado di offrire un nuovo contratto al proprio giocatore perché la federazione e le franchigie non si sono ancora accordate sui budget salariali della prossima stagione per gli atleti.
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Il caso di Rowlands è quello che ha attualmente fatto più rumore e raggiunto i media perché si tratta di un giocatore internazionale, ma la situazione sta colpendo molti giocatori delle quattro franchigie gallesi che hanno offerte da Inghilterra, Francia e Giappone sul tavolo, devono affrontare una decisione per le loro carriere e le loro vite, mentre le loro squadre di appartenenza rimangono al palo in attesa di un accordo sulle risorse economiche a disposizione.
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