Dylan Coetzee, giornalista di Planet Rugby, ha tracciato un dettagliato bilancio della stagione azzurra
Terminato il mese di novembre, è tempo di tornare al rugby di club, almeno fino al prossimo Sei Nazioni. È stato però anche un weekend di bilanci, con il presidente Marzio Innocenti e il c.t. Kieran Crowley che hanno tracciato la strada verso il futuro (clicca qui per rivedere la conferenza stampa completa).
Degli azzurri però non si è parlato soltanto in Italia: Dylan Coetzee, giornalista di Planet Rugby, ha infatti tracciato un suo personale bilancio del novembre italiano. “L’Italia ha mostrato segnali promettenti, ma ha bisogno di tempo per crescere” titola il pezzo, che poi scende maggiormente nel dettaglio: “Gli azzurri hanno avuto una stagione di crescita, con la svolta della vittoria contro il Galles a Cardiff, e poi con la prima vittoria sui Wallabies”.
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L’influenza di Crowley
“L’influenza dell’allenatore Kieran Crowley continua a manifestarsi su questa squadra giovane e talentuosa, che ha sicuramente grandi margini di crescita. L’Italia ha giocato un rugby entusiasmante, e nonostante abbia vinto solo 3 partite su 8 (in realtà le vittorie in stagione sono 5 su 11, ndr) è sicuramente una squadra in crescita e i suoi tifosi possono essere entusiasti. Crowley e il suo staff hanno fatto miracoli, l’Italia ha giocato un rugby ben strutturato, in particolare in attacco, dove ogni giocatore aveva una chiara consapevolezza del proprio ruolo in ogni fase”.
“Anche in difesa l’Italia si è dimostrata brava a gestire il gioco. Non c’è niente di meglio che vede una squadra così sincronizzata, e nelle prime due partite autunnali è stato evidente. Dato il miglioramento dell’Italia durante la gestione Crowley, arrivato lo scorso anno, ci si può aspettare che l’Italia continui a crescere sempre di più. La sensazione è che agli azzurri serva solo tempo”.
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“All’inizio di quest’anno, il mondo del rugby si è lasciato andare a varie speculazioni secondo le quali il Sudafrica sarebbe stato preso in considerazione per sostituire gli azzurri nel Sei Nazioni, mettendo l’Italia sotto un’enorme pressione perché senza un posto nel torneo crescere sarebbe stato molto più difficile. Gli uomini di Crowley hanno risposto nell’unico modo possibile: giocando bene. Anche se le quattro sconfitte nel Sei Nazioni hanno avuto margini significativi, i punteggi non mostrano i periodi delle partite nei quali l’Italia ha tenuto testa a grandi squadre come la Francia”.
“Dopo aver demolito le Samoa, gli azzurri hanno giocato con passione ed impegno battendo per la prima volta l’Australia. È stato un grande momento, la vittoria ha dato alla squadra la consapevolezza di poter battere alcune delle migliori squadre del mondo”.
Il talento dei giocatori
“L’allenatore ovviamente è aiutato da una squadra giovane e in rapida crescita, guidata da Capuozzo, il nome sulla bocca di tutti, meritatamente premiato come “Rivelazione dell’anno” ai World Rugby Awards.
“Il talento degli azzurri però si estende molto oltre. Il mediano d’apertura Paolo Garbisi continua a crescere, dopo aver tolto il posto al campione del mondo Handre Pollard a Montpellier. Il numero 10 ha messo a segno 4 assist contro le Samoa, e a soli 22 anni è già un nome di cui abituarsi”.
“La lista continua con Lorenzo Cannone, che ha esordito in autunno ma sembrava avesse sempre giocato a livello internazionale. Il mediano di mischia Stephen Varney ha ritrovato una buona forma, e il capitano Michele Lamaro è il motore dell’Italia. Ignacio Brex ha gestito con disinvoltura le linee di difesa in mezzo al campo, Simone Ferrari ha arato gli avversari in mischia, e giocatori del calibro di Monty Ioane hanno segnato e fatto segnare. Questa squadra continuerà a migliorare solo con l’esperienza e con la convinzione”.
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