Il network internazionale critica ampiamente la nuova formula della massima competizione europea, dando la colpa a Premiership e Top 14
La nuova formula della Champions Cup, con due maxigironi durante i quali si giocano solo 4 partite e l’ingresso delle squadre sudafricane, non sta piacendo né ai tifosi né agli addetti ai lavori. Troppo confusionaria, poco intuitiva e anche poco appassionante, con una fase a gironi dove soprattutto le prime partite non sono né decisive né così incisive.
È il caso dell’incredibile passaggio del turno di Montpellier lo scorso anno: i francesi, a fronte di un calendario folle li aveva messi di fronte a due doppie sfide contro Leinster ed Exeter, avevano deciso di non inserire la coppa tra gli obiettivi e di mandare in campo le riserve, che purtroppo hanno subito delle nette batoste da entrambe le formazioni (addirittura 89-7 contro Leinster).
Poi però una serie di positività tra gli irlandesi ha regalato a Montpellier una vittoria a tavolino nell’altra sfida, rimettendoli incredibilmente in corsa: a quel punto hanno schierato la squadra migliore nell’ultima sfida contro Exeter, l’hanno vinta e hanno superato il turno giocando di fatto solo una partita in maniera realmente competitiva.
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L’idea di EPCR era quella di ritornare ad una formula che ricordasse più o meno delle competizioni normali, ma come riporta RugbyPass “La Premiership e il Top 14 non volevano essere sottorappresentati”. In breve, l’allargamento alle squadre sudafricane avrebbe dovuto portare a una diminuzione delle squadre francesi e inglesi, che però si sono opposte.
“Se inglesi e francesi fossero stati disposti a mettere da parte il proprio ego ammettendo che il nuovo formato sarebbe stato insostenibile, si sarebbe potuti tornare a 20 squadre, com’era stato fino al 2019, ma non è stato più possibile”. Ecco perché è nato questo torneo a 24 squadre con questa formula bislacca, anche perché di certo non si potevano diminuire le formazioni provenienti dall’URC, visto che irlandesi, gallesi, scozzesi e italiane erano già state di per sé penalizzate dall’arrivo delle sudafricane.
La formula più ovvia, a questo punto, sarebbe stata quella a 6 gironi da 4 squadre con partite di andata e ritorno nella prima fase, ma sarebbe stata insostenibile con un calendario già pieno fino all’orlo. Motivo per cui è nata “questa mostruosità”, come definita dalla testata.
Dall’altra parte, continua RugbyPass, anche il Super Rugby Pacific sta avendo i suoi problemi: “L’Australia non riesce a sostenere un sistema da 5 franchigie competitive di alto livello, e le partite contro le neozelandesi sono spesso scontate”.
Ecco allora la soluzione, secondo la testata: “Il Sudafrica dovrebbe ritornare nel Super Rugby, non come una punizione, ma perché sarebbe la miglior soluzione sia per l’Europa che per l’Emisfero Sud”.
Certo, l’unico problema resta proprio il Sudafrica, che in realtà sta avendo molti benefici dall’accesso al rugby europeo e non sembra intenzionato a tornare indietro.
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