Le due facce del turno di URC per le franchigie italiane

Grande risultato per il Benetton, mentre le Zebre mancano l’appuntamento fin qui più importante con la prima vittoria stagionale

United Rugby Championship: la presentazione di Bulls-Benetton. PH OnRugby.it

United Rugby Championship, il weekend delle italiane – ph. OnRugby.it

Ulster sta attaccando a piena forza, la difesa del Benetton tiene ma è ormai dentro i propri 22 metri. Su un pallone che finisce sul prato, Tomas Albornoz calcia lungo sotto pressione, pensando solo ad andare il più lontano possibile. Su quel pallone si fiondano in tre, mettono a terra il giocatore avversario e cacciano il pallone. L’arbitro fischia: tenuto. Monigo esplode in un ruggito trionfale.

Qualche secondo dopo, imbeccato dal TMO, il direttore di gara Ben Whitehouse girerà il calcio di punizione per un comportamento illegale dei giocatori italiani, ma il boato dello stadio di Treviso rimane nell’aria: è uno di quei pomeriggi, uno di quelli nei quali il Benetton è consapevole di avere le armi per ottenere un risultato importante.

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Nella gara contro Ulster i Leoni partivano sfavoriti, ma con la convinzione di poter dire la propria per due principali ragione: la forza delle mura amiche e il momento di difficoltà che i nordirlandesi stanno attraversando. La squadra di Belfast è ora alla quinta sconfitta nelle ultime sei partite tra campionato e coppa.

Tutto è partito ad inizio dicembre: al 39′ del primo tempo di Leinster-Ulster gli ospiti sono avanti 22-3 sul campo della capolista, che ha ricevuto un rosso al 20′. Ronan Kelleher accorcia le distanze con una meta. Da lì in avanti apre un parziale di 35-7 per i dublinesi che ha lasciato scorie ancora non smaltite nella squadra che ha subito quella rimonta.

Il Benetton ha saputo approfittarne per rafforzare la propria posizione in classifica e puntare con più convinzione i playoff. D’altronde era una tappa obbligata per gli uomini di Marco Bortolami: con 7 partite da giocare, 3 sole sono in casa (compresa quella con Ulster) e le ultime due della regular season prevedono il mini-tour in Sudafrica dal quale cavare dei punti sarà assai complesso.

Missione compiuta. La squadra ha performato generalmente ad alto livello, ma è stata trascinata da due giocatori nati in Argentina: Tomas Albornoz, ormai stella conclamata della squadra (15 punti, 5 difensori battuti, migliore per metri palla in mano), e Nacho Brex, in una delle sue migliori performance di sempre, dove alla consueta capacità di falciare avversari ha abbinato azioni offensive di grande costrutto, impreziosite da due colpi mirabili al piede: l’assist folle per Onisi Ratave e il 50:22 stupefacente del primo tempo.

Menzione di merito anche per la grande partita in mischia ordinata di Federico Zani. Il pilone sinistro classe 1989 era opposto a Jeff Toomaga-Allen, gran bel destro di scuola neozelandese con 1 cap per gli All Blacks, sciolto dalle difficoltà nel prendere le misure all’avversario. Da non trascurare i 21 (!) placcaggi di Michele Lamaro.

Non è una partita del Benetton senza il drama nel finale di partita: quando Rhyno Smith ha sbagliato la difficile conversione della meta di Brex per andare a +15, sembrava praticamente già scritta la replica di precedenti episodi con i brividi lungo la schiena per tutta la parte finale del match. Il finale dichiara quello che il resto della partita ha lasciato trapelare: i biancoverdi sono una squadra forte, con ulteriori margini di crescita e difetti che faticano a scacciare. In particolare continuano a mettersi sotto pressione in zone di campo difficili, come nei casi delle difficoltose uscite dai propri 22 metri o giocando troppo nella propria metà campo.

Sono momenti nei quali l’assenza di Dewaldt Duvenage si sente in maniera più netta. Alessandro Garbisi è stato insufficiente nella situazione specifica del box kick e Hidalgo-Clyne non è mai stato il tipo di giocatore particolarmente incline ai tatticismi.

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A proposito di numeri 9, la prestazione di Alessandro Fusco per le Zebre nella trasferta di Edimburgo è una delle notizie più liete del weekend. Ispirato in fase offensiva, il mediano di mischia dei ducali è stato al centro di alcune delle azioni migliori della sua squadra, quasi sempre quando ha potuto agire in prima persona. Fusco ha mezzi atletici esaltanti, che riescono in qualche circostanze a nascondere le sue magagne a livello di fondamentali.

Se il risultato (24-17) può essere incoraggiante, la prestazione in trasferta nella capitale scozzese non è stata sufficiente e non è segnale di un progresso: la squadra ospitante ha giocato una partita di ostentata superficialità, che stava per pagare, ma le sono bastate un paio di serie accelerate per ridurre in brandelli la difesa avversaria una volta andati sotto nel punteggio.

Venti minuti di predominio alla quattordicesima partita dell’anno sono poco più di un pugno di mosche per una squadra che di miglioramenti, da inizio stagione, continua a farne troppo pochi, pur rimanendo fermo il dato di partenza del grande gap con tutte le altre contendenti.

Le poche buone notizie arrivano da isolate prestazioni individuali: bella partita di Paolo Buonfiglio, che fa il paio con quella di Zani alla ricerca di una convocazione in nazionale, e del suo collega a destra Matteo Nocera, uno dei pochi giocatori sempre efficaci nel placcaggio.

Ora le possibilità di strappare una vittoria prima della fine della stagione sono aggrappate a un lumicino e affidate alle prossime tre partite in casa: gli Ospreys il 29 gennaio, Connacht il 18 febbraio e Cardiff il 24 marzo.

Il Benetton invece guarda alla classifica grato della vittoria degli Scarlets su Cardiff, che rimane così attardata, della sconfitta degli Sharks a Galway e del fatto che il Leinster sia sempre il Leinster, che con 14 punti in 4 minuti ha portato a casa una difficilissima partita a Swansea contro degli ostici Ospreys.

La corsa playoff è sempre durissima, ma oggi il Benetton può guardarla con un po’ di fiducia in più.

Lorenzo Calamai

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