In una lunga doppia intervista a Rugby World, i due mediani azzurri hanno raccontato il loro rapporto e il loro percorso rugbistico
Due fratelli entrati di forza nella contemporaneità della Nazionale Italiana: Paolo e Alessandro Garbisi si sono conquistati la stima e il rispetto degli appassionati di rugby – italiani e stranieri – a suon di prestazioni. Eppure, prima del test match di Bucarest contro la Romania, non avevano mai giocato insieme.
“Essendo di due anni più grande, ho sempre fatto le cose un po’ prima di lui, quindi non avevamo mai giocato nella stessa squadra prima di quella partita” ha spiegato Paolo Garbisi a Rugby World: “Ero super felice quel giorno, soprattutto perché era il debutto di Alessandro, so quanto duramente ha lavorato per arrivare fin qui, ed ero veramente felice che avesse raggiunto un obiettivo così importante”.
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“Non ci siamo serviti molto in campo perché quel giorno entrai come primo centro e siamo stati contemporaneamente in partita pochi minuti, poi Alessandro è uscito. Dovete parlare con Crowley e dirgli di farci giocare 9 e 10 la prossima volta” continua scherzando Paolo.
“Ho iniziato ad essere attratto dal rugby guardando Paolo” spiega Alessandro: “Abbiamo sempre fatto sport insieme, rugby, calcio o basket. Chi andava meglio a scuola? Paolo, ma nessuno di noi due ha mai avuto problemi con lo studio”.
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“Paolo è un perfezionista” continua Alessandro: “Lavora davvero duro affinché tutto ciò che ruota intorno a lui sia perfetto. L’ho sempre visto come un esempio da seguire, è responsabile e altruista”. Il fratello maggiore però replica: “Lui è più forte di me, lo vedrete fra qualche anno e ricorderete quando ve l’ho detto, segnatevi queste parole. Quando si trova in mezzo a gente che non conosce risulta un po’ timido e riservato, ma in realtà quando lo conosci meglio è una persona molto amichevole e solare”.
E pensare che per un po’, da giovani, si erano anche scambiati i ruoli: “A 16 anni ho giocato una stagione da mediano di mischia – racconta Paolo Garbisi – ma non mi piaceva particolarmente. Non so bene come spiegarlo, si ha una strana visione del gioco, tutti gli altri fanno più o meno le stesse cose mentre tu corri da una ruck all’altra, passando molto tempo chinato in avanti”.
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Alessandro, invece, ha provato a fare l’apertura: “Quando avevo 15-16 anni ho giocato 10, poi siccome ero sempre stato abbastanza piccolo mi hanno spostato a mediano di mischia, che dalla stagione 2017-18 è diventato definitivamente il mio ruolo, quello del 10 però è un grande ruolo, hai grandi responsabilità”.
Anche se lontani, i due continuano a sentirsi spesso: “Ovviamente è diverso ora che Paolo non vive più qui – spiega Alessandro – ma proviamo a sentirci più spesso possibile. Abbiamo fatto 3 settimane condividendo la stanza con la Nazionale in Autunno”. Durante le Autumn Nations Series non hanno mai potuto giocare insieme, Alessandro era fuori per la prima partita, che invece Paolo ha giocato per poi infortunarsi prima delle altre due. Chissà che al Sei Nazioni 2023 non si possa finalmente vederli insieme.
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