Dodici mesi di continuità e cambiamenti alla vigilia del primo appuntamento internazionale stagionale
All’inizio del Sei Nazioni 2023 manca sempre di meno. In casa Italia l’obiettivo è inevitabilmente fissato sul prossimo 5 febbraio, quando gli Azzurri accoglieranno all’Olimpico, con calcio d’inizio stabilito per le ore 16, i campioni in carica della Francia.
A differenza del 2022, la squadra di Crowley arriva a questa edizione del torneo essendosi tolta di dosso “la scimmia” della sconfitta e con tante aspettative, visto anche le ottime Autumn Nations Series dello scorso novembre. Ma quali sono in termini di uomini le differenze fra i convocati del 2022 e del 2023? Andiamo a scoprirle.
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Italia: il confronto fra i convocati 2022 e i convocati 2023 per il Sei Nazioni
Piloni
Nel 2022 si scelse di convocare solo 6 piloni, mentre quest’anno si sono aggiunti altri due elementi per un totale di 8 piloni. Il reparto è rivoluzionato: le uniche conferme sono rappresentata da Pietro Ceccarelli e Danilo Fischetti. Per il resto invece Zilocchi, Nemer, Pasquali e Traorè sono stati sostituiti dai rientranti Ferrari, già presente a novembre, Riccioni, Zani, con Nocera, Spagnolo e Rizzoli che invece rappresenteranno la quota dei “possibili esordienti”.
Tallonatori
Lucchesi, out per un lungo infortunio, e Faiva, al momento senza squadra dopo l’esperienza non fortunata in Premiership, sono fuori dalla lista. L’unico superstite è Nicotera, che farà reparto insieme all’esperto Bigi e all’esordiente Marco Manfredi.
Seconde linee
Le seconde linee assicurano continuità: come dodici mesi fa ci sono Ruzza, Fuser e Niccolò Cannone. Ad essere assente, per infortunio, invece è David Sisi, sostituito da Andrea Zambonin, anche suo compagno di squadra alle Zebre.
Terze linee
Lamaro resta il capitano di un reparto che ha subito un paio di scossoni. Ci sono ancora Giovanni Pettinelli e Manuel Zuliani, con il secondo che nel frattempo non è più un esordiente ma ha messo insieme 6 caps, così come Sebastian Negri, uno dei capisaldi della truppa azzurra. Attenzione però, perché al posto dell’infortunato Toa Halafihi, l’Italia ha scoperto il talento di Lorenzo Cannone da numero 8, mentre l’ideale ultimo posto, che dodici mesi fa era stato riservato a Bram Steyn, quest’anno è andato appannaggio del rientrante Jake Polledri, che dopo più di due anni, tra infortunio e un lungo recupero potrà riabbracciare l’azzurro.
Mediani di mischia
Fusco e Varney assicurano linea di continuità al primo ruolo del reparto trequarti, mentre Braley, che ha salutato il Benetton Rugby e la nazionale italiana, verrà sostituito da Alessandro Garbisi.
Mediani di apertura
Paolo Garbisi era nella lista dodici mesi fa e quando recupererà dall’infortunio, presumibilmente per la seconda parte del torneo, tornerà ad esserci. In recupero da alcuni problemi fisici c’è anche Leonardo Marin che non fa parte dei convocati 2023. C’è invece Giacomo Da Re, che nel frattempo ha fatto il suo debutto in azzurro prendendosi il primo cap, mentre la “sorpresa” è rappresentata da un Tommaso Allan che un anno fa aveva rifiutato di entrare nei radar di Crowley e che oggi invece potrebbe rivelarsi come uno degli elementi più importanti della rosa dell’Italia.
Centri
La “sezione delle sorprese”. Un anno fa furono solo 3 i convocati, oggi 4, frutto anche di una traslocazione, che andremo a vedere. C’erano e ci sono Brex e Morisi, mentre Zanon per scelta tecnica è stato escluso a beneficio del capitano delle Zebre, Enrico Lucchini. Lo spostamento? E’ quello di Tommaso Menoncello, che prima veniva considerato un’ala, oggi invece un centro, ma sappiamo che la duttilità è uno dei suoi punti di forza.
Ali/Estremi
Pierre Bruno e Padovani legano le convocazioni 2022 e quelle 2023. Monty Ioane invece c’era l’anno scorso, ma non ci potrà essere quest’anno perché nel frattempo ha cambiato franchigia ed emisfero, ma ha già fatto sapere di essere a disposizione in vista della campagna relativa alla Rugby World Cup 2023.
Federico Mori invece è stato escluso per scelta tecnica e idealmente al suo posto, lo staff tecnico ha puntato sul ritorno in azzurro di Matteo Minozzi, che nel frattempo ha lasciato la Premiership ed è tornato in Italia accasandosi al Benetton.
Infine Ange Capuozzo: il giocatore più chiacchierato della nazionale. Pensate che nel 2022 non figurava, almeno all’inizio, nella lista dei convocati, mentre oggi è il riferimento assoluto. In dodici mesi e 7 caps, per il rapidissimo estremo ne è passata di acqua sotto ai ponti e di mete segnate o fatte segnare, come ad esempio quella a Cardiff, per la storica vittoria contro il Galles, finalizzata da Padovani, o quelle contro l’Australia, per l’incredibile successo contro i Wallabies a Firenze.
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