Steve Borthwick deve decidere se metterli in campo insieme o preferire uno all’altro, Kevin Sinfield dà un indizio
Cambia lo staff tecnico dell’Inghilterra e torna d’attualità un tema che ha tenuto a lungo banco anche negli ultimi due anni sotto la guida di Eddie Jones: Marcus Smith e Owen Farrell giocheranno ancora insieme come 10 e 12 del XV della Rosa o Steve Borthwick affiderà a uno solo dei due la regia della squadra?
L’assistente allenatore per la difesa Kevin Sinfield potrebbe aver involontariamente dato un indizio sulle idee in seno allo staff tecnico della nazionale di bianco vestita.
“Penso che sia rivitalizzante avere un numero 10 che vuole mettere il proprio corpo nella linea e vuole essere fisico in difesa” ha detto Sinfield parlando di Owen Farrell dopo una lunga chiacchierata con lui.
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“E’ un grande messaggio per i nostri giovani. Lui vuole placcare. La sfida per noi è assicurarci tutti di non superare una certa linea” ha poi dichiarato, riferendosi chiaramente alla squalifica che ha rischiato di tenere Farrell lontano dalla sfida per la Calcutta Cup che aprirà il Sei Nazioni il prossimo 4 febbraio.
L’idea che Owen Farrell possa essere considerato solamente un’apertura, e forse anche preferito a Marcus Smith, funziona all’interno di un rugby inglese che predilige nelle migliori squadre della Premiership un numero 12 di sostanza piuttosto che un secondo playmaker.
Ai Leicester Tigers Borthwick e Sinfield hanno avuto Dan Kelly, centro classe 2001 convocato lunedì, al fianco dell’apertura sia nella scorsa che in parte di questa stagione. Ai Saracens Farrell è affiancato da Nick Tompkins. Anche agli Harlequins Marcus Smith può contare sul roccioso André Esterhuizen. Manu Tuilagi gioca con il numero 12 nei Sale Sharks che tanto bene stanno facendo nel campionato inglese.
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Con Borthwick la filosofia dello staff tecnico inglese sembra improntata a voler esprimere il meglio della Premiership, pertanto la decisione di utilizzare un centro molto solido difensivamente accanto al numero 10 e dare i compiti di secondo playmaker al secondo centro (Slade, Daly o Marchant), visto che ad estremo ci sarà, senza molto margine di dubbio, Freddie Steward, grande atleta, superbo finalizzatore, ottimo difensore ma ancora non molto fine sulle scelte di gioco.
Al di là delle parole di Sinfield, la sensazione è che lo staff inglese in questo momento possa propendere per la leadership e l’ottimo stato di forma di Owen Farrell come mediano di apertura, anche se la performance di Marcus Smith in Champions Cup, di ritorno dall’infortunio alla caviglia, non è certo passata inosservata.
Il fatto che Farrell sia stato confermato capitano, d’altra parte, suggerisce un suo sicuro impiego nel XV iniziale.
D’altra parte, però, non c’è da pensare solo al 15 iniziale, e per l’Inghilterra la via migliore potrebbe essere quella di puntare sulla solidità di Farrell e finire la partita con i guizzi e la rapidità di Smith, con una staffetta tra i due o con lo spostamento di Farrell a 12 a partita in corso, a seconda delle necessità.
La terza scelta a numero 10, il classe 2002 Fin Smith, è in questo momento sicuramente dietro agli altri due nell’ordine gerarchico. L’Inghilterra potrebbe dargli dei minuti o anche solo averlo inserito nel gruppo per dichiarare esplicitamente il proprio interesse nel talentuoso mediano di apertura dei Northampton Saints, eleggibile anche per la Scozia. Nel lungo periodo, però, il ritorno di George Ford potrebbe essere un’ulteriore alternativa di altissimo livello per l’Inghilterra che il suo ex allenatore ai Tigers non è disposto a non sfruttare.
Lorenzo Calamai
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