Giustizia sportiva: Ivan Nemer squalificato fino a fine stagione

La sentenza del Tribunale Federale arriva in seguito all’atto razzista nei confronti del compagno di squadra Cherif Traoré

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Tribunale Federale: squalificato Ivan Nemer – ph. Sebastiano Pessina

Il Tribunale Federale della Federazione Italiana Rugby ha squalificato il pilone del Benetton e della nazionale Ivan Nemer fino al 30 giugno 2023, ovvero fino alla conclusione della stagione in corso.

Nemer si era reso protagonista di un gesto razzista nei confronti di Cherif Traoré avvenuto durante un evento del club nei giorni precedenti le festività natalizie. Era stato quindi sospeso e messo sotto indagine dalla Procura federale, che ha richiesto il suo rinvio a giudizio in osservanza del Regolamento di Giustizia FIR e della Regola 18 di World Rugby.

Il Tribunale Federale ha accolto la richiesta di patteggiamento del giocatore e ha tenuto in considerazione la volontà del giocatore di fare piena chiarezza su quanto avvenuto, il rammarico rappresentato nei confronti del proprio compagno, il riconoscimento del disdoro arrecato dal proprio comportamento all’immagine del Benetton e del movimento. Secondo quanto recita il comunicato, il Tribunale avrebbe anche considerato, nell’emettere la sentenza, “l’esemplare comportamento sempre mantenuto dall’atleta in campo e fuori nel corso della propria carriera”.

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Ivan Nemer ha rinunciato al diritto d’appello rispetto alla sentenza.

Alla squalifica, che in termini pratici si quantifica in sei mesi, visto che il giocatore è assente forzato dai campi dalla fine di dicembre, si affianca la decisione della FIR e del Benetton di coinvolgere attivamente Nemer, in qualità di specialista della mischia ordinata, al Progetto Migranti della Federazione, che punta all’integrazione e all’inclusione di persone richiedenti asilo in Italia.

Al contempo, Nemer prenderà parte ad un percorso di formazione e sensibilizzazione su tematiche di integrazione presso una struttura indipendente, che verrà per lui appositamente individuato.

Solo partecipando a queste attività, il giocatore potrà tornare ad essere coinvolto nel rugby internazionale e a vestire la maglia azzurra.

Il giocatore ha dichiarato: “Il razzismo non ha e non avrà mai alcun ruolo nella mia vita, come non dovrebbe averne nella vita di ognuno di noi. Sono fortemente rammaricato da quanto è accaduto, dalla stupidità del mio gesto, dal dispiacere causato ad un amico, dall’aver arrecato danno alla mia squadra, ai compagni, al Paese che rappresento ed al Gioco che amo.”

“Vengo da un Paese multiculturale come l’Argentina, dove le culture si mescolano da oltre un secolo, e divido da sempre lo spogliatoio ed il campo con compagni ed amici provenienti da tutto il mondo. Quanto è accaduto non mi rappresenta, ma al tempo stesso deve farmi e farci riflettere su quanto ancora debba essere fatto per modificare la nostra cultura, superare gli stereotipi più beceri, avvicinarci gli uni agli altri ancor più di quanto già non accada.”

“Accetto la squalifica ed il percorso di reinserimento con serenità ma soprattutto confido, nei mesi e negli anni a venire, di poter contribuire con la mia testimonianza a sensibilizzare sempre più giovani rugbisti su temi che devono essere affrontati e compresi per rendere migliore non solo il nostro sport, ma il mondo in cui viviamo.”

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