L’attacco palla in mano, il gioco al piede, le uscite dai propri 22 metri: ritorno all’Olimpico con l’ala degli Azzurri
L’Italia si è rimessa al lavoro dopo la sconfitta di domenica 5 febbraio contro la Francia. Sei giorni per preparare la seconda giornata del Sei Nazioni 2023 contro l’Inghilterra, a Twickenham, di scena ancora nel posticipo domenicale.
La settimana di lavoro degli Azzurri è incominciata con l’analisi video della partita giocata all’Olimpico, con un focus particolare sul lavoro da fare in attacco.
Racconta Pierre Bruno: “Abbiamo analizzato alcuni dettagli del nostro modo di giocare che possono essere migliorati. In alcune situazioni, il nostro posizionamento non è stato perfetto e questo non ci ha permesso di sfruttare al meglio il possesso. In altre nelle quali il nostro piano A, giocare con la palla in mano, è stato fermato, dobbiamo cercare di essere più efficaci nell’attuare il piano B, il gioco al piede. Questi sostanzialmente gli elementi che vogliamo migliorare in vista di domenica.”
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Nel 24-29 di Roma, l’Italia ha sofferto nella prima parte dell’incontro, concedendo tre delle quattro mete subite nei primi 27 minuti, a cui si aggiunge una marcatura annullata per un soffio a causa dell’in-avanti schiacciando il pallone di Charles Ollivon.
Sotto la lente d’ingrandimento sono finite le elaborate strategie di uscita dai propri 22 metri degli Azzurri, che ricevendo da calcio d’inizio hanno scelto di mantenere il possesso per diverse fasi prima di liberare, in completa controtendenza rispetto a tutte le altre squadre del rugby internazionale.
“Sui restart giochiamo così tanto perché l’obiettivo è esaltare le capacità dei nostri giocatori, in particolare i nostri trequarti, con le gambe di Capuozzo, Menoncello, Padovani, Ioane, io stesso – spiega Bruno – Abbiamo queste abilità nel gioco aperto e cerchiamo di sfruttarle a nostro favore, assumendoci consapevolmente dei rischi.”
“Stiamo cercando di fare qualcosa che non fa nessuno, magari qualcuno può pensare che siamo un po’ matti, ma lo facciamo con uno scopo: sorprendere gli avversari, sfruttare una linea difensiva sfoltita da chi occupa la profondità, non giocare troppo sui palloni aerei e non concedere il possesso agli avversari.”
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“Il nostro piano di gioco ci porta a giocare da zone di campo dove altri non giocherebbero. Ci sono mancati dei dettagli che hanno influenzato poi l’esito positivo delle nostre azioni, mettendoci sotto pressione ad inizio partita. Ne abbiamo parlato in riunione per cercare di limarli, continuando comunque a guardare con positività alla prestazione contro la seconda squadra al mondo.”
Infine, Pierre Bruno si è soffermato sugli aspetti psicologici delle buone prestazioni della nazionale, una squadra che gioca con una convinzione che in passato è mancata: “Abbiamo avuto un’evoluzione a livello mentale, soprattutto in termini di fiducia, e ogni tappa del nostro percorso ci è servita. Avere dei risultati ovviamente aiuta a costruire e a credere in quello che si fa, ma anche la sconfitta in Georgia è stato un momento di apprendimento per il gruppo, anche quella con il Sudafrica è servita a capire come approcciare i secondi tempi nella maniera più efficace. Lo si è visto proprio domenica con la Francia, una squadra dello stesso livello degli Springboks, con i quali siamo poi rimasti in partita fino alla fine laddove invece a Genova era andata in maniera diversa nella ripresa.”
“In questo poi ha tanto merito anche l’esperienza fatta dai giocatori del Benetton, che stanno facendo un’ottima stagione, e da quelli che militano all’estero e si trovano in contesti vincenti, che li spingono a performare ogni fine settimana. Noi delle Zebre alla vittoria non ci siamo arrivati, ma certamente ogni settimana spingiamo in quella direzione.”
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