Italia, Lamaro: “Quella con l’Inghilterra non è la partita della vita, ma una tappa del nostro percorso”

Le parole del capitano azzurro alla vigilia del secondo turno del Sei Nazioni

Sei Nazioni 2023: Michele Lamaro – ph. Sebastiano Pessina

Michele Lamaro è intervenuto in conferenza stampa e ha presentato il prossimo match che vedrà l’Italia impegnata contro l’Inghilterra a Twickenham domenica 12 febbraio alle ore 16:00.

Un appuntamento a cui l’Italia arriva con rinnovata fiducia e con la voglia di non arrestare quel processo di crescita che sembra essere ben indirizzato.

“L’obiettivo è quello di migliorarsi rispetto alla sfida con la Francia – ha spiegato il capitano degli Azzurri – L’attitudine non è più un dubbio, ma una certezza e vogliamo continuare a metterla in campo per alzare il livello di esecuzione dei nostri skills.”

A proposito della cifra stilistica che contraddistingue l’attacco dell’Italia, Lamaro ha parlato delle caratteristiche peculiari della sua squadra: “Abbiamo raggiunto un’identità di squadra, abbiamo creato un modo di giocare che è nostro, in cui ognuno di noi ha messo del suo, e questo fa sì che ognuno di noi creda in quello che facciamo.”

“All’interno di questa identità ci sono delle cose che vogliamo ancora sviluppare, come il coraggio di giocare quando qualcuno non se lo aspetta per andarci a prendere delle occasioni quando queste si presentano. Vogliamo avere coraggio e attenzione ai dettagli per essere efficaci in campo. Noi come gruppo spingiamo affinché venga rispettata questa identità, in campo e anche fuori, durante la review degli allenamenti e in ogni momento di comunicazione fra noi.”

Una sfida nella sfida che contraddistingue ogni partita di rugby è quella tra gli avanti. A Twickenham gli uomini di Crowley dovranno affrontare un blocco di giocatori che sanno bene come essere forti nelle fasi statiche. Lamaro però è convinto che i miglioramenti dell’Italia siano evidenti: “Come pacchetto di mischia siamo cresciuti molto, sia come consapevolezza che come attenzione. Il reparto degli avanti è un settore molto complicato, ci sono diversi dettagli da considerare e tutti devono lavorare in sinergia per essere efficaci.”

“Abbiamo dovuto ricostruire praticamente da zero, ma adesso c’è consapevolezza e i numeri lo confermano. Abbiamo preso una solo meta di drive sotto la gestione Crowley. Un’altra cosa importante che dobbiamo migliorare come avanti è il tema della disciplina, intesa sia come rispetto del regolamento, ma anche rispetto del proprio ruolo in campo.”

Sugli avversari non ha dubbi. L’Italia si troverà di fronte 23 uomini decisamente competitivi: “L’Inghilterra è una squadra molto solida, in attacco gioca bene gran parte delle situazioni, non si prende rischi e cerca di trasferire più possibile la pressione all’avversario. Possono lasciare qualche spazio in situazioni di gioco rotto e noi cercheremo di sfruttare quelle opportunità se ci verranno lasciate. I nostri trequarti stanno lavorando molto bene per creare quello che si chiama overlap, la capacità di trovare un sovrannumero in uno dei due lati del campo. Il lavoro è  tutto sull’esecuzione e il timing, che a questi livelli fanno la differenza.”

Il grande entusiasmo attorno agli Azzurri non scalfisce gli obiettivi del capitano, sempre motivato a guardare avanti.

“Questa non è la partita della vita, è una partita che fa parte del nostro percorso. Non è più importante di quella con la Francia e non lo sarà di più di quella con l’Irlanda. Questo è un ennesimo step in cui possiamo dimostrare ancora una volta di essere migliori di quello che siamo stati in passato, una nuova occasione per dimostrare che il nostro gioco può essere efficace anche contro una difesa strutturata come quella dell’Inghilterra.”

“La Francia è una squadra diversa dall’Inghilterra, giocano molto di più nella situazioni rotte, cercano di concentrare la difesa con gli avanti per poi giocare negli spazi con i tanti giocatori di qualità che hanno, mentre l’Inghilterra ha una struttura d’attacco ben precisa in cui ognuno rispetta il proprio ruolo. I loro multifase sono logoranti e difficili da difendere. La stessa organizzazione ce l’hanno anche in difesa, per cui diventano anche difficili da attaccare. Tuttavia l’obiettivo rimane quello di imporre il nostro gioco, in cui proveremo ad eseguire al meglio sotto la pressione che loro ci metteranno.”

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