I 23 per l’Inghilterra saranno comunicati giovedì, come annunciato dal tecnico: “In questa situazione di incertezza è meglio aspettare. Oggi niente allenamento, lasciamo staccare un po’ i ragazzi”
L’annuncio della formazione del Galles per la sfida con l’Inghilterra della terza giornata del Sei Nazioni 2023 era previsto questa mattina, ma è stato sorprendentemente rinviato. La scelta è stata motivata dal capo allenatore della nazionale gallese, Warren Gatland, che ha comunque tenuto la canonica conferenza stampa: “In questa situazione di incertezza è meglio aspettare. Voglio solo che si faccia maggiore chiarezza e giovedì daremo la formazione. Per questo abbiamo deciso di non allenarci oggi pomeriggio, limitandoci a una seduta di allenamento più lunga questa mattina: stanno succedendo tante cose fuori dal campo, meglio permettere ai giocatori di staccare”.
“Negli ultimi giorni, i giocatori hanno avuto tante riunioni e tanti incontri sui temi che conosciamo, ma sono convinto che andrà tutto bene e si risolverà tutto. Alla fine è una sfida anche questa, ci motiverà ancora di più. I giocatori si sono allenati bene, nonostante tutto questo” continua il tecnico.
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Tra le tante questioni affrontate, resta sempre predominante quella che riguarda l’ormai famigerata regola dei 60 caps, che rende non convocabili i giocatori gallesi militanti all’estero, ad eccezione di quelli che hanno superato quella soglia di presenze: “I giocatori hanno chiesto di esaminare una serie di cose, e proprio oggi ci sono delle discussioni in corso a riguardo”.
“Uno degli argomenti è questo: tra i lati positivi della regola dei 60 caps, c’è che offre una maggiore opportunità in termini di preparazione, avendo tutti i giocatori in Galles” dice il tecnico, indorando un po’ la pillola rispetto a quanto dichiarato nei giorni precedenti, quando era stato molto più duro nei confronti di questa norma.
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A Gatland è stato anche chiesto quando ha saputo di tutti questi problemi: “Non ero a conoscenza di questi problemi, l’ho saputo la scorsa settimana, ma ora tutti devono assumersi le proprie responsabilità. Ai giocatori era stata data la certezza che le cose si sarebbero risolte, ma non è stato così, e alla fine siamo arrivati a questo punto. Avrei voluto sapere prima alcune cose”.
Sulla minaccia di sciopero: “Penso che sia una vera minaccia, su questo non ci sono dubbi. Ma avendo parlato con alcuni ragazzi oggi, sono abbastanza fiducioso che si risolverà. Le richieste dei giocatori sono ragionevoli, quindi bisognerà trovare una via di mezzo. Non si vince mai favorendo una sola parte, bisogna sempre trovare un compromesso”.
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