Partita strepitosa di Lorenzo Cannone, e in generale grande prova degli azzurri nel placcaggio. Problemi invece sul punto d’incontro, dove gli irlandesi hanno preso il sopravvento
Ogni statistica, presa singolarmente, rischia sempre di risultare fine a sé stessa, ma può essere molto utile per analizzare alcune fasi di una partita. È il caso di Italia-Irlanda, che ha fatto registrare numeri molto interessanti per quanto riguarda alcune individualità.
Ad esempio, sarebbe impossibile ignorare i numeri fatti segnare da Lorenzo Cannone nella sfida dell’Olimpico: il numero 8 degli azzurri e del Benetton ha messo a segno 15 placcaggi su 15 tentativi (quindi 100% di efficacia), con ben 7 placcaggi rotti e un totale di 102 metri fatti palla in mano, anche grazie allo strepitoso break che ha portato alla meta di Varney. Insieme a lui anche Pierre Bruno, che a sua volta ha rotto 7 placcaggi con 176 metri fatti a contatto, ma purtroppo ha dalla sua una brutta percentuale al placcaggio: solo 3 su 7, con 4 errori.
Proprio per quanto riguarda i placcaggi, le statistiche per quanto riguarda le terze linee sono impressionanti: considerando sia i 3 titolari (Negri, Lamaro e L. Cannone) sia il subentrato Pettinelli, le terze azzurre hanno sbagliato soltanto 2 placcaggi su un totale di 47 (quindi, 45 riusciti). Un lavoro importantissimo per reggere ai violenti impatti delle cariche irlandesi e ai loro logoranti multifase.
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In linea generale, gli azzurri hanno messo insieme 171 placcaggi riusciti su un totale di 189, una percentuale (90.5%) molto più alta rispetto all’Irlanda, che si è fermata all’83% con 117 placcaggi riusciti su 141 tentati. Da notare anche i 18 placcaggi dominanti dell’Italia, contro gli 11 dell’Irlanda.
Il problema del match dell’Olimpico, per gli azzurri, è stato il punto d’incontro: per 6 volte l’Italia ha perso palla di fronte a una controruck avversaria, e in totale sono stati 11 i turnover guadagnati dagli irlandesi negli 80 minuti, contro i soli 3 dell’Italia, che ha commesso anche 4 falli in ruck.
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Considerando invece l’equilibrio e la costanza tra attacco e difesa, va elogiata soprattutto la prestazione di Tommaso Menoncello: in attacco 7 carries con 72 metri percorsi e un offload riuscito, in difesa 100% di efficacia al placcaggio. Oltre a lui e al già citato Lorenzo Cannone, gli altri a mantenere il 100% di placcaggi riusciti sono stati il fratello Niccolò, Ferrari, Fischetti per quanto riguarda i titolari. Dalla panchina, pur con numeri più bassi per via del minore minutaggio, non hanno sbagliato alcun placcaggio Zani, Riccioni, Iachizzi e Pettinelli (non sono stati considerati nel computo delle percentuali Allan e Morisi per via dei pochi minuti giocati).
Per quanto riguarda le statistiche generali, il possesso fa registrare un equilibratissimo 50/50, mentre l’Irlanda ha avuto maggiore predominanza territoriale con il 62% e quasi 6 minuti nei 22 italiani, contro i 2 minuti e mezzo degli azzurri. Il dato che impressiona di più, in questo caso, è la media punti per ingresso nei 22: l’Irlanda segna in media 2.6 punti per ogni entrata in zona rossa, anche se l’Italia non ha comunque sfigurato con una media di 1.5 punti.
Si dice che per giocare a un livello come quello del Sei Nazioni non si debba superare la doppia cifra per quanto riguarda il numero di falli, ed entrambe le formazioni sono state precisissime: 10 falli a testa, ai quali si sommano 2 calci liberi concessi dagli irlandesi e 1 dall’Italia.
I ritmi alti del match hanno causato da entrambe le parti tanti errori di handling: 16 per gli azzurri, 15 per gli irlandesi. D’altro canto, la portata offensiva delle due squadre ha permesso ai tifosi di vedere tanti clean breaks, 6 per l’Italia e 9 per l’Irlanda. Infine, entrambe le formazioni hanno ben figurato in rimessa laterale: un solo errore per parte, 13 su 14 per gli azzurri (che però hanno sbagliato ancora una volta quella decisiva) e 11 su 12 per i Verdi.
Le statistiche sono fornite da Sage, software ufficiale delle statistiche del Sei Nazioni
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