Italia, Edoardo Iachizzi: “Non ho mai smesso di lavorare per l’Azzurro”

Il seconda linea di Vannes racconta il suo approdo in nazionale maggiore

Edoardo Iachizzi ph. S.pessina

Edoardo Iachizzi – ph. Sebastiano Pessina

Da Roma fino in Bretagna e ritorno, la strada non sempre lineare fatta da Edoardo Iachizzi, 24 anni, seconda linea dell’Italia che ha esordito per la prima volta in nazionale maggiore durante questo Sei Nazioni, raccogliendo tre caps nei finali delle gare contro Francia, Inghilterra e Irlanda.

“Questo periodo per me è molto positivo – ha raccontato il giocatore del Vannes, squadra del ProD2 francese dove milita da 3 stagioni – Non mi aspettavo la chiamata nella nazionale maggiore in questo momento, è giunta quasi all’improvviso.”

“Nonostante questo non avevo mai abbandonato totalmente l’idea di vestire la maglia azzurra. Al contrario: ho sempre lavorato cercando di dare il meglio di me per il mio club e per me stesso con l’idea che questa è la chiave per raccogliere, nel tempo, i risultati. Quindi comunque non solo non ho abbandonato l’idea, ma anzi è sempre stata il motore per migliorarmi quotidianamente e poter ambire a questa opportunità.”

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Per Iachizzi l’Azzurro, però, non è una novità. Dopo aver indossato la maglia dell’Italia U20, l’ex Capitolina ha vestito anche quella delle seconde selezioni nazionali, come Italia A e Italia Emergenti.

“La FIR mi ha sempre seguito sia quando ero a Perpignan che poi quando sono passato a Vannes. Con Kieran e con lo staff della nazionale maggiore non avevo avuto contatti diretti prima di questo Sei Nazioni, anche se mi era stato detto che mi osservavano. Per me è stata una grande opportunità la nazionale A, a partire dalla scorsa estate, per rifarmi vedere nel giro delle selezioni. Poi, penso in particolare che la partita con la Romania, a cui lo staff della maggiore ha assistito, mi abbia fornito una vetrina in più per mettermi in mostra.”

Senza precludere la possibilità di un ritorno in patria, Edoardo Iachizzi è entusiasta del percorso che lo sport gli ha permesso di fare, crescendo prima nelle giovanili del Perpignan e poi giocando con il club sang-et-or in ProD2.

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“Sono felice della scelta che ho fatto. A 18 anni ho lasciato famiglia, amici e squadra per provare a giocarmi le mie carte in Francia, nel campionato Espoirs, con Perpignan. Un’esperienza importante e formativa dal punto di vista sportivo, perché da subito mi sono trovato a vivere molto vicino alla prima squadra, respirando il clima del rugby francese, che ha un seguito enorme. Ancor di più, però, rilevante dal punto di vista umano, conoscendo nuove culture, abitudini, una nuova lingua e compagni provenienti da tutto il mondo. Una strada che consiglierei a chiunque se la senta di fare il salto.”

Dopo cinque stagioni nella seconda divisione francese, il seconda linea è dunque approdato in nazionale maggiore, in un momento molto particolare della storia recente dell’Italia ovale.

“E’ da poco tempo che sto in questo gruppo, ma la cosa che mi è piaciuta sin da subito è che, pur essendo un gruppo giovane, ognuno si prende le sue responsabilità. Nel pacchetto ci sono leader importanti come Federico Ruzza, che è un modello da seguire e da ascoltare per uno come me che si affaccia ora al livello internazionale, o Michele Lamaro, che conosco fin da quando siamo piccoli, ed è un trascinatore. Però c’è molta responsabilità e quindi anche una leadership diffusa, dove tutti hanno carattere e sanno quali sono le diverse fasi di gioco dove possono essere dei riferimenti. I giocatori sono i primi protagonisti di questa squadra in campo e fuori.”

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“Quando sono tornato al club, e sentendo i miei compagni nelle scorse settimane, mi sono reso contro che in Francia abbiamo sorpreso gli appassionati e ci siamo guadagnati il rispetto del loro movimento e non solo. Una cosa che, comunque, era partita già dai test di novembre. In quel momento non ero tra i convocati e guardando le partite con compagni e amici erano già meravigliati da quanto siamo stati capaci di mostrare, soprattutto grazie al rugby offensivo e propositivo che abbiamo portato.”

Nel fine settimana passato, Iachizzi ha giocato con il suo Vannes in ProD2, portando quasi a termine l’incontro (79 minuti in campo) da seconda linea. Ha poi fatto rientro a Verona, dove l’Italia sta preparando la gara contro il Galles di sabato. In seconda linea Iachizzi è ancora il favorito su Favretto e Zambonin per mantenere il posto in panchina come backup di quella che appare chiaramente come la coppia favorita, quella composta da Ruzza e Niccolò Cannone.

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