Il seconda linea azzurro guarda già alla Scozia: “Dobbiamo fare una guerra ad Edimburgo”
L’Italia di Kieran Crowley ha subito la quarta sconfitta del suo Sei Nazioni 2023, quella probabilmente più amara. Contro il Galles si sono commessi troppi errori e proprio su questi i Dragoni hanno costruito il loro successo. Si sono limitati a non compiere sbavature, mentre per gli Azzurri la pressione ha giocato un po’ contro.
Italia, Niccolò Cannone: “C’era pressione su di noi, dobbiamo riuscire a pensare solo alla partita”
Ora c’è da pensare all’ultimo match, la trasferta a Murrayfield contro la Scozia di Townsend. E proprio da questa considerazione è partito Niccolò Cannone, nell’incontro con la stampa organizzato dalla Fir.
“Sicuramente c’è rammarico e frustrazione per la sconfitta, però in questo sport hai sempre una nuova occasione per riparare alle battute d’arresto. Stiamo già pensando alla Scozia, dobbiamo andare là e fare una guerra ad Edimburgo. Dispiace per i tifosi ma credo che comunque il nostro percorso stia andando nella direzione giusta”.
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Tornando al match con il Galles, il seconda linea Azzurro ha dichiarato: “Da fuori c’era molta pressione esterna su di noi, sta a noi diventare più bravi a pensare soltanto alla partita. Ma non direi che non abbiamo avuto la giusta mentalità perché ci ritenevamo favoriti. D’altra parte sei comunque sotto pressione quando devi giocare una partita del Sei Nazioni, in casa e con uno stadio pieno. Dobbiamo gestirla meglio”.
“Contro il Galles, per quanto riguarda i punti d’incontro, penso sia andata meglio rispetto all’Irlanda. Non abbiamo introdotto nulla di nuovo da parte nostra, semplicemente cerchiamo di allenare come anticipare l’avversario e non reagire dopo a quello che fanno loro, altrimenti sei finito”.
Infine, su domanda di alcuni errori in touche, Cannone ha risposto: “Fede [Ruzza] si prende sempre le sue responsabilità. Quando sono in campo io o altri cerchiamo sempre di dare una mano a chi chiama la touche nel vedere l’avversario. In allenamento c’è uno studio di tutte le opzioni che abbiamo noi e di quello che l’altra squadra può fare, poi in partita si deve capire il momento e dare aiuto a chi deve chiamare. Forse troppo spesso si dà colpa al lanciatore”.
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