In un’intervista al Times il dirigente FIR ha spiegato obiettivi vicini e lontani del Project Exiles italiano
La Federazione Italiana Rugby punta ad aggiungere ai propri ranghi talenti con nelle vene sangue azzurro, ma nati e cresciuti in altri paesi, nella speranza di trovare altri Jake Polledri ed Ange Capuozzo.
Lo ha raccontato Franco Ascione a Mark Palmer del Times, in un’intervista dove arriva ad ipotizzare, in un futuro non così prossimo, la creazione di un club di eleggibili italiani con base a Londra.
Ascione, che dopo essere stato alla guida tecnica del rugby azzurro oggi si occupa per la FIR delle relazioni internazionali, ha dichiarato che il Regno Unito, il Sudafrica e l’Argentina sono i paesi messi principalmente nel mirino dal Project Exiles promosso dalla federazione, il programma di reclutamento di giocatori stranieri con genitori o nonni italiani.
“Crediamo che questi siano i paesi di maggiore rilevanza per noi. Attualmente abbiamo il fratello di Sebastian Negri che lavora per noi in Sudafrica, un ottimo contatto. L’Argentina storicamente è stato un paese importante per noi, ma oggi la situazione è un po’ più complicata, perché chi ha radici italiane nel paese oggi è un argentino di terza o quarta generazione.”
Leggi anche: Simone Favaro: “Mi piace la sfrontatezza dell’Italia. Nel 2015 gli scozzesi mi provocavano…”
“L’Inghilterra è il paese da dove iniziare e dove concentrare le nostra energie. Ci sono circa 400mila italiani solamente a Londra, di cui circa il 22% rientra nella fascia di età sulla quale ci focalizziamo. La portata delle opportunità è chiara.”
“Pensiamo che per noi questa sia la strada giusta da percorrere – ha aggiunto Ascione – ma senza ovviamente perdere di vista la nostra filiera in Italia, che sarà sempre la priorità e dove continueremo a investire.”
Intervistato per l’edizione scozzese del quotidiano britannico, l’ex direttore tecnico non perde l’occasione per pungolare proprio i prossimi avversari dell’Italia nel Sei Nazioni 2023: “Non vogliamo fare ciò che hanno fatto altri paesi: vogliamo mantenere il giusto equilibrio e non finire nella seconda divisione delle nazionali U20 perché abbiamo smesso di investire nel nostro stesso sistema. Continueremo a investire nel modo in cui sviluppiamo i nostri giocatori, e al contempo amplieremo la base creando nuove opportunità per rappresentare l’Italia.”
Ascione ha poi insistito sulla necessità, a più riprese sottolineata in altre occasioni anche da Marzio Innocenti, di puntare su coloro che hanno una discendenza italiana e che scelgono di vestire la maglia azzurra, con un coinvolgimento a tutto tondo, non solo freddamente professionale.
Leggi anche: Sei Nazioni 2023: i 7 leader nelle statistiche individuali, c’è un Azzurro
L’idea di un futuro club, basato a Londra e composto da giocatori eleggibili, è per il momento soltanto questo: un’aspirazione, uno spunto, una visione. Qualcosa, comunque, in cui la federazione italiana sembra credere.
“Si tratta di un progetto a lungo termine – conclude Ascione – che coloro che guidano la nostra federazione vuole davvero portare avanti, ma il Project Exiles è molto più avanti rispetto a questo. Potrebbe essere una futura squadra per l’URC? Non abbiamo deciso niente, abbiamo idee che riguardano anche il rugby di base. Per noi, l’importante è che giovani persone che non vivono in Italia ma che si sentono collegate al paese si sentano parte del nostro movimento. Questo crea un’intera cultura, ci collega con i tifosi e con possibili sponsor, oltre a tutto il discorso fatto sui giocatori.”
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.