Sei Nazioni 2023, Irlanda a un passo dal Grande Slam: la storia dei 3 precedenti

Ma il quarto Grande Slam che potrebbe arrivare può avere un sapore speciale

Irlanda Sei Nazioni 2023 (ph. Sebastiano Pessina)

Sei Nazioni 2023, Irlanda a un passo dal Grande Slam: la storia dei 3 precedenti

Oggi, sabato 18 marzo, l’Irlanda ha la chance di scrivere un’altra pagina della loro storia rugbistica. I Verdi di Andy Farrell hanno l’occasione di vincere per la quarta volta un’edizione del Sei Nazioni col Grande Slam. Devono prima però superare l’ultimo ostacolo: l’Inghilterra di Steve Borthwick.

Sei Nazioni 2023, Irlanda a un passo dal Grande Slam: la storia dei 3 precedenti

Dal 1894, quando il torneo si chiamava Home Nations Championship, gli irlandesi hanno vinto 22 titoli, di cui 3 col Grande Slam. Curiosamente, entrambi questi dati sono pari a quelli della Scozia: ottenendo oggi vittoria e titolo staccherebbero gli Highlanders di una lunghezza.

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Ogni Grande Slam ha qualcosa da raccontare ma quello che potrebbe arrivare in questa edizione avrebbe un sapore ancora più speciale per gli Irish di tutti quelli precedenti. Andiamo a vedere il perché.

1948: il primo, quello storico

Per trovare il primo Grande Slam dell’Irlanda, bisogna risalire al 1948. In precedenza i Verdi avevano ottenuto alcuni titoli, ma in numero minore rispetto alle altre nazionali delle Isole Britanniche. Gli anni del secondo dopoguerra, però, si rivelano un breve, ma intenso, periodo d’oro per gli irlandesi della palla ovale.

E il grande anno fu proprio il 1948. Al tempo il torneo si chiamava Cinque Nazioni e si era introdotta da poco il regolamento del nuovo punteggio: mete, calci piazzati e drop valevano tutti 3 punti, con la meta trasformata che ne assegnava 5.

Tutte e quattro le partite dell’Irlanda si rivelarono particolarmente tese e combattute ma i Verdi dimostrarono sempre il carattere necessario per portarle a casa. Dopo un buon avvio in casa della Francia (vittoria per 6-13), già la seconda giornata presentava una delle sfide più insidiose, lo scontro con l’Inghilterra, ancora una volta in trasferta.

Quella di Twickenham fa una vera e propria battaglia. Per i padroni di casa Dickie Guest realizzò una doppietta di marcature, entrambe trasformate, ma le tre mete (di cui una trasformata) degli irlandesi valsero per loro un tiratissimo successo per 10-11.

Le successive due partite si disputarono sull’Isola di Smeraldo: prima contro la Scozia a Dublino (conclusa 6-0) e poi la sfida conclusiva col Galles a Belfast. Le due mete segnate ai Dragoni, per mano di Barney Mullan e Jack Daly, ma sempre ottimamente orchestrati dal mediano d’apertura Jack Kyle, decretarono la quarta e decisiva vittoria (6-3).

Quello del 1948 fu un successo storico, da un lato perché segno un breve, ma deciso, periodo di dominio degli irlandesi in Europa (vittoria nel Cinque nazioni anche nel 1949 e 1951), dall’altro perché per decenni rimase l’unico Grande Slam dei Verdi.

2009: il ritorno al Grande Slam

Per la precisione fu l’unico di tutto il XX secolo. I due successivi arrivarono, infatti, in epoche ben più recenti: nel 2009 e nel 2018. Nel frattempo il torneo si era esteso anche all’Italia, prendendo il nome di Sei Nazioni.

Dopo i deprimenti anni ’90, col nuovo millennio l’Irlanda si ritrovò tra le mani una generazione d’oro che la riportò a competere per le parti nobili della classifica del torneo. Nonostante questo i Verdi non riuscivano a concretizzare con la vittoria di un titolo. Decisivo fu l’arrivo di un nuovo allenatore, Declar Kidley, che portò una mentalità diversa e vincente.

In un solo anno, per la precisione il 2009, tutto quello che non era stato capitalizzato in precedenza, tornò con gli interessi: battute Francia e Italia, fu ancora una volta decisivo il tiratissimo successo sull’Inghilterra. L’Irlanda probabilmente avrebbe anche meritato di più ma alla fine la vittoria per 14-13 è quello che contava.

Superata la Scozia a Murrayfield, rimaneva da affrontare la trasferta col Galles, vincitore del Sei Nazioni precedente con il Grande Slam. Anche in questo caso si trattò di uno scontro molto teso. Grazie anche ai tanti calci di punizione concessi, il Galles è sempre rimasto in partita e, al 76′, è tornato in vantaggio per 15-14. Sembrava tutto finito per l’Irlanda ma Ronan O’Gara aveva altre idee: a due minuti dalla fine segnò il drop decisivo per il titolo e il Grande Slam.

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2018: il Grande Slam di San Patrizio

Infine si arriva all’edizione 2018 del Sei Nazioni, che aveva già adottato le regole di punteggio e classifica che ora ben conosciamo. L’Irlanda di quell’anno seguì un cammino perfetto, vincendo in successione contro Francia (salvata all’ultimo da un drop di Sexton), Italia, Galles e Scozia.

L’ultima giornata era contro l’Inghilterra in casa loro, a Twickenham. I Verdi avevano già matematicamente vinto il titolo del torneo e giocarono contro gli storici rivali proprio per ottenere il Grande Slam sul loro campo. Gli Irish partono subito forte e, nonostante il cartellino giallo a O’Mahony, concludono la prima frazione sull’ottimo parziale di 5-21.

Nella ripresa, gli inglesi tentano in ogni modo di riaprire la contesa ma tutte le azioni si infrangono sulla difesa granitica dell’Irlanda di Joe Schmidt, che anzi allunga col piazzato di Murray. Solo a tempo ampiamente rosso, quando ormai il risultato era in cassaforte, gli inglesi trovano la marcatura di May che serve solo a rendere meno amara la sconfitta. L’Irlanda infatti festeggia il Grande Slam a Twickenham e proprio nel suo giorno: era il 17 marzo, festa di San Patrizio.

2023? Un possibile Grande Slam dal valore speciale

Ora gli Irish, guidati dal successore di Schmidt, Andy Farrell, hanno la loro quarta e ghiotta occasione di vincere il torneo col Grande Slam, affrontando nell’ultima partita ancora l’Inghilterra. Qualora arrivasse, anche questo Grande Slam avrebbe un sapore speciale.

Come abbiamo visto i precedenti sono stati ottenuti e festeggiati rispettivamente a Belfast, Cardiff e Londra: mai uno è stato conquistato nella città più importante della loro isola, a Dublino, e davanti al pubblico dell’Aviva Stadium. I tifosi irlandesi lì riuniti oggi sperano di poter ricordare una giornata storica.

Matteo Salmoiraghi

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